Celebrato a Roma con un evento al Quirinale i 50 anni dall’istituzione delle regioni italiane a statuto ordinario, realtà amministrative che vogliono essere protagoniste della ripartenza dopo la pandemia da Coronavirus. Con il Fondo della ricostruzione europeo «è fuori di discussione che occorra un grande Piano nazionale, capace anzitutto di ridurre gli squilibri territoriali e sociali, ma anche generazionali e di genere che attanagliano l’Italia» ha detto il presidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini, parlando al Quirinale di fronte al capo dello Stato, Sergio Mattarella.
A Mattarella è stato portato un documento elaborato dai 21 presidenti di Regioni e Province autonome. «Le proposte che abbiamo avanzato, signor Presidente, hanno esattamente questo tenore – ha spiegato Bonaccini -: dal rafforzamento della rete dei servizi sanitari alla scuola, per costruire un Paese più giusto e coeso, che non discrimini tra ricco e povero rispetto ai diritti essenziali; dalle infrastrutture materiali a quelle immateriali, per accrescere il diritto alla mobilità, anzitutto in chiave di sostenibilità, a quello alla connessione per i ragazzi e le famiglie, per le imprese e la pubblica amministrazione; dall’economia circolare alle fonti rinnovabili, per una rivoluzione verde che assicuri una crescita di qualità e occupazione buona; dal contrasto al dissesto idrogeologico alla riqualificazione delle nostre città, per accrescere la sicurezza del nostro territorio, la resilienza delle nostre periferie, l’efficienza degli edifici pubblici e privati».
Bonaccini ha proseguito sottolineando come «il documento che le presentiamo ci unisce tutti, dal Nord al Sud, e al di là delle appartenenze politiche. È un manifesto che propone un Patto rinnovato tra le Regioni ed alcune Proposte per l’Italia. Idee per migliorare il sistema delle relazioni fra Stato e Regioni su cui concentreremo i nostri sforzi sin dai prossimi giorni. Gliene voglio citare solo alcune: il superamento di una ripartizione dei poteri legislativi tra Stato e Regioni fondata su criteri di contrapposizione e reciproca esclusione; la complementarità tra centro e periferia che porti alla condivisione ex ante di comuni obiettivi strategici; la centralità delle sedi di cooperazione istituzionale e della concertazione fra i diversi livelli istituzionali, a partire dalla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, anche con il riconoscimento costituzionale del sistema delle Conferenze».
«Il documento elaborato dalle regioni è assolutamente condivisibile e dà il senso del lavoro svolto in Italia in questi mesi – ha esordito il ministro delle Autonomie, Francesco Boccia in occasione dei 50 anni dall’istituzione delle regioni -. Dobbiamo essere orgogliosi perché se oggi l’Italia è fra i paesi più sicuri al mondo è anche grazie al lavoro intenso che lo Stato ha fatto con le regioni. La nostra sanità è solida e sicura, dobbiamo rafforzarla ancora con il Fondo per la ricostruzione europeo. Le proposte venute fuori oggi potranno essere molto utili al presidente del consiglio, Giuseppe Conte, che già aveva dato una grande apertura durante gli Stati generali a villa Pamphili a Roma. Sono molto soddisfatto perché oggi è come se fosse nata una quarta fase per la vita delle regioni: le prime tre fasi le abbiamo vissute dagli anni 70 agli anni 90, poi c’è stato un decennio che ha portato alla riforma del titolo quinto della Costituzione, che non può restare incompiuto. Il mio appello è a completare l’attuazione dell’autonomia, nel solco indicato dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella: si rafforza l’unità nazionale con la sussidiarietà. L’esperienza del Coronavirus ha insegnato questo: la leale collaborazione fra Stato e regioni ha funzionato e dobbiamo continuare a far s’ che resti un punto fermo».
All’evento sono intervenuti anche i rappresentanti delle varie regioni. «Oggi con l’incontro fra le Regioni italiane e il Presidente della Repubblica, il cinquantesimo anniversario dalla loro nascita non è una semplice celebrazione – commenta il governatore della Lombardia, Attilio Fontana al termine dell’evento per i 50 anni dall’istituzione delle regioni -. È un anniversario che si compie sul campo, registrando l’enorme lavoro che le Regioni hanno saputo svolgere nella lotta alla pandemia, prima per fronteggiare l’emergenza sanitaria, poi per avviare la riapertura delle attività del Paese studiando e proponendo linee guida comuni condivise dal Governo. Ora, in vista della ripresa delle attività sociali ed economiche a settembre, solo la collaborazione fra le Regioni e fra Regioni e Governo – prosegue Fontana – potrà consentire di rendere concrete le azioni legate al Fondo della ricostruzione europeo. La individuazione delle priorità per il Paese e i territori, necessiterà inevitabilmente del braccio operativo delle Regioni per rendere concreti ed efficaci gli interventi. Le Regioni ne sono consapevoli e sanno che insieme agli investimenti, è indispensabile un poderoso intervento per semplificare l’azione amministrativa e per sburocratizzare le procedure. In questo dobbiamo avere fiducia nei cittadini e nelle imprese».
«Il ruolo esercitato delle Regioni durante l’emergenza epidemiologica testimonia la centralità assunta dalle autonomie locali nella gestione di una crisi senza precedenti. Immaginare un ulteriore rafforzamento dei processi di codecisione tra lo Stato centrale e i territori, attribuendo dignità costituzionale al sistema delle Conferenze, appare dunque un passaggio ineludibile per riconoscere il valore della complementarietà nella definizione delle strategie di pubblico interesse – ha dichiarato il governatore del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga -. La sintesi elaborata dalla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome rappresenta in tal senso un’occasione per riflettere su un percorso che sappia valorizzare il pluralismo, e in particolare l’autonomia e il decentramento, quale elemento fondante di un nuovo patto interistituzionale».
«Noi porteremo avanti la nostra istanza di autonomia, che è rispettosa dei padri costituenti e lo diremo al garante della Costituzione – ha detto il governatore di Regione Veneto, Luca Zaia -. Con i colleghi presidenti delle Regioni abbiamo approvato un documento consegnato al Presidente della Repubblica in cui gli enti territoriali delineano alcune proposte operative per lo sviluppo futuro del Paese, ma soprattutto per un più snello rapporto fra Stato e Regioni. Il miglior modo per celebrare i 50 anni di vita delle Regioni».
In rappresentanza della Provincia di Bolzano ha partecipato alla celebrazione dei 50 anni dall’istituzione delle regioni il vicepresidente della Provincia, Giuliano Vettorato: «questo anniversario è l’occasione per rafforzare, tutti insieme, il dialogo incentrato sulla valorizzazione delle specificità degli enti locali e delle regioni a Statuto speciale. Abbiamo celebrato un momento di riflessione importante nel rapporto tra Stato e regioni, in questa delicata fase di gestione della pandemia, nella quale, tutti insieme, dobbiamo individuare soluzioni concrete e condivise, per superare la pesante crisi che ha colpito il nostro sistema economico».
«È necessario che tutte le regioni sappiano “fare squadra”. Tutto questo – ha ricordato il presidente del Trentino, Maurizio Fugatti – è avvenuto attraverso un confronto fermo, sostenuto dal mantenimento delle nostre posizioni, talvolta contro una certa attitudine alla centralizzazione – che si nota anche dal numero di impugnative nei confronti dei nostri provvedimenti – che in periodi di emergenza si fa più acuta. Ma è proprio in questa fase, ha rimarcato, che i territori hanno ancora più bisogno di spazi di autogoverno».
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