Pozzebon: “il Parlamento approvi subito, in sede deliberante, la nostra proposta di legge per regolare il settore”
“Un plauso alle forze dell’ordine per l’operazione ribattezzata ‘Fort Knox’ con la quale, non solo è stata smantellata un’organizzazione dedita a riciclaggio, ricettazione, frode fiscale ed esercizio abusivo del commercio dell’oro tra Italia e Svizzera, ma ha riportato all’attenzione dell’opinione pubblica l’urgenza di approvare una legge che regolamenti il fenomeno dei ‘compro oro’: così il presidente nazionale e regionale veneto di Confartigianato Orafi, il vicentino Franco Pozzebon che spiega come “l’assoluta mancanza di regole ha permesso ai ‘compro oro’ di proliferare in tutta Italia, con gravi danni al settore degli orafi ed alla trasparenza delle compravendite del prezioso metallo.
Per porre fine a questa situazione il 16 ottobre scorso, come Confartigianato Orafi, assieme alle altre organizzazioni datoriali, abbiamo sostenuto, in audizione alla Commissione attività produttive della Camera dei Deputati, un veloce iter parlamentare per la proposta di legge sul settore (primo firmatario l’on. Donella Mattesini)”.
Per Pozzebon “è indispensabile dare regole certe a un settore che, praticamente senza controlli, movimenta non meno di 300 tonnellate di metalli nobili all’anno con un giro d’affari stimato il 7/10 miliardi di euro”.
Finora questo genere di attività non ha brillato per trasparenza e legalità; gli operatori onesti chiaramente ci sono e la proposta di legge mira alla loro tutela, ma le irregolarità sono molto diffuse. Già prima dell’operazione “Fort Knox”, una serie di controlli effettuati su 3.000 “compro oro” avevano fatto emergere 113 milioni di euro non dichiarati, iva evasa per 36,5 milioni di euro e 31 evasori totali. “La norma – spiega Pozzebon -in estrema sintesi prevede: maggior trasparenza, maggior legalità nelle transazioni, regole cogenti per i ‘compro oro’ e misure a tutela dei consumatori”. Tra le principali novità del testo: istituzione di un registro dei ‘compro oro’ presso le Camere di commercio; tracciabilità degli oggetti acquistati attraverso la creazione di una specifica banca dati; un pacchetto di disposizioni fiscali con iniziative in materia di pagamenti, Iva, e codici Ateco per rendere identificabili le attività.
“Confido – conclude il presidente degli orafi – che il sequestro di oggi acceleri l’iter di approvazione della proposta di legge che è stata presentata quasi due anni fa. Sarebbe sufficiente che, come abbiamo chiesto in occasione dell’audizione, venga concessa la sede deliberante da parte della X Commissione. Prima si risolve la questione dei ‘compro oro’ prima il settore dell’oreficeria ne avrà dei benefici”. Nel solo Veneto, il fenomeno dei ‘compro oro è cresciuto in modo esponenziale. In soli dodici mesi si è passati da circa 800 agli attuali 2.900 negozi (+262%), con un giro d’affari stimato in circa 1,5 miliardi di euro. A livello italiano si parla di 25.000 negozi (erano 8.000 nel 2010) che acquistano circa una tonnellata al giorno di gioielli usati per un giro d’affari di 10 miliardi di euro l’anno.