ROMA (ITALPRESS) – Responsabilità etica, sostenibilità ambientale, reinserimento, anche terapeutico, di soggetti svantaggiati, nella società: qual è l’apporto che l’agricoltura sociale può dare al Paese, e al Mezzogiorno in particolare, in questo particolare momento storico? L’Italpress ne ha parlato con Carlo Borgomeo, presidente della Fondazione con il Sud.
“Nonostante qualche difficoltà l’agricoltura sociale è in crescita”, dice Borgomeo. “Nella nostra esperienza, ci sono due punti di partenza importanti: il primo è che abbiamo scoperto come l’agricoltura, il lavoro nei campi all’aria aperta, l’accudimento degli animali sia importantissimo nella cura dei disabili psichici. Abbiamo fatto un bando per bambini autistici. L’80% dei progetti prevedeva l’impegno di questi ragazzi in agricoltura. I risultati sono stati eccellenti. Il secondo punto è legato alla valorizzazione dei beni confiscati. Agricoltura sociale significa includere soggetti fragili, essere attenti alla sostenibilità e trovare sbocco sul mercato attraverso attività del settore food, come ristoranti e consorzi”.
“Ci sono state in Italia molte leggi, molti tentativi di dare ai giovani terreni abbandonati da coltivare, ma non ha funzionato molto – ricorda Borgomeo -. Con noi invece funziona perchè ancora una volta la cooperazione sociale ha una marcia in più, capace di fare sacrifici, perchè non ha come obiettivo la ricerca disperata del profitto”.
(ITALPRESS).