Che il governo BisConte e la sua maggioranza delle quattro sinistre sia poco amico del mondo dell’impresa e delle professioni è purtroppo cosa tristemente nota, ma che potesse pure trastullarsi nel prendere per i fondelli gli imprenditori impegnati a garantire la sicurezza nelle loro aziende come è accaduto con il bando “Impresa Sicura” è veramente troppo.
Ennesimo elemento di scontento è costituito dal fondo da 50 milioni di euro del bando Invitalia “Impresa sicura” volto a coprire parzialmente (fino a 150.000 euro a domanda), le spese sostenute dalle aziende per fronteggiare l’emergenza Coronavirus. Peccato che l’accesso alle risorse, invero scarse, fosse regolato dalle modalità “click day”, chi arriva primo vince, gli altri s’arrangino.
Non sono mancate le vigorose proteste: «una vergogna sia per la cifra, 50 milioni per la sicurezza di 17 milioni di persone che lavorano, sia per le modalità “click day”» afferma Luciano Vescovi, presidente di Confindustria Vicenza.
«Ho ricevuto le telefonate di decine di imprenditori imbufaliti – prosegue Vescovi – non tanto per il contributo che non riceveranno, ma per la presa per i fondelli che questo bando ha rappresentato per l’impresa e per i lavoratori. Ci sono professionisti che hanno speso tre-quattro ore di lavoro, quindi forze levate alla creazione di valore aggiunto, per compilare debitamente la domanda per poi venir scalzati perché il “click” è arrivato 1,046 secondi dopo l’apertura del bando. La prossima volta assoldiamo dei giocatori professionisti di videogiochi, perché qui è una questione di abilità e coordinazione occhio-mano, non certo di correttezza o qualità della domanda», sottolinea Vescovi.
Il presidente degli Industriali vicentini chiede che «ci sia almeno un parziale scorrimento e quindi rifinanziamento del Fondo; che si trovi il modo di recuperare gli altri, magari in sede di conversione del decreto “Rilancio”, visto che si parla di 55 miliardi. Che i debiti, per lo meno, si facciano per cause giuste e utili, come i dispositivi di sicurezza sul lavoro», non per il mero assistenzialismo a perdere tanto caro alla maggioranza del governo BisConte.
L’ennesimo scivolone del rapporto tra economia reale e politica non è sfuggito alla deputata di Fratelli d’Italia, Maria Cristina Caretta: «il “click-day” per il bando di Invitalia sulla sicurezza dei lavoratori si è dimostrato l’ennesima presa in giro del Governo nei confronti di chi tenta di produrre in Italia. Un secondo dopo l’apertura del bando “Impresa sicura” non venivano più accettate domande ed è andata in scena un’altra delle farse a cui ci ha abituato il Governo BisConte. Stiamo parlando di fondi che avrebbero dovuto aiutare le imprese a garantire la sicurezza dei propri dipendenti e anche in questa occasione c’è stata una gestione dilettantistica che, non solo non aiuta chi vorrebbe solo lavorare, ma al danno aggiunge pure la beffa».
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