40 anni di Arge Alp

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ArgeAlp logo 1Cos’è l’organizzazione che riunisce le regioni dell’arco alpino

Si è svolta ad Innsbruck la celebrazione per i 40 anni di Arge Alp, la Conferenza delle Regioni e degli Stati alpini. Una realtà importante che negli anni ha saputo costruire le basi della cooperazione tran frontaliera che ora potrebbe sfociare nella costituzione della macroregione dell’arco alpino. In Europa i confini che dividono gli Stati sono il risultato di eventi di politica mondiale e governativa, ma spesso le guerre erigono muri che la cultura non vede, che le tradizioni annientano, che comuni modi di sentire e di vivere rendono trasparenti. Ecco allora che i confini finiscono per non rispecchiare la realtà sociale, culturale, economica e ambientale che caratterizza le diverse comunità.

Gli abitanti e i responsabili politici delle singole regioni d’Europa si trovano infatti sovente a dover affrontare problemi ed esigenze simili in molti settori di intervento. A ciò va aggiunto il fatto che solo con azioni e impegni congiunti le regioni sono in grado di contrastare le tendenze di centralizzazione e uniformazione che naturalmente si impongono nel graduale processo di integrazione europea.

Anche se verso la fine degli anni Sessanta esistevano già delle sporadiche forme di collaborazione bilaterale fra alcune regioni dell’arco alpino, fu proprio la consapevolezza della necessità di un maggiore coordinamento e di un’azione congiunta più incisiva ed efficace nell’affrontare problemi comuni specifici dell’area alpina che indusse alcuni politici di quel tempo, ed in particolare il Landeshauptmann del Tirolo, Eduard Wallnöfer, e il primo ministro della Baviera, Alfons Goppel, a lanciare l’iniziativa di una collaborazione più ampia e organizzata fra le regioni dell’arco alpino. Fu così che il 12 ottobre 1972 si riunirono a Mösern in Tirolo i presidenti del Libero Stato di Baviera, del Cantone dei Grigioni, dei Länder austriaci Vorarlberg, Salisburgo e Tirolo, della Regione Lombardia e della provincia autonoma di Bolzano per dare vita alla Comunità di lavoro delle regioni alpine – Arge Alp. Poco dopo la Giunta della provincia autonoma di Trento deliberava l’adesione del Trentino e successivamente altre tre regioni accettarono di aderire all’Arge Alp, e più precisamente nel 1982 il Cantone San Gallo, nel 1986 il Canton Ticino e nel 1989 il Land Baden-Württemberg.

Guardandola sulla cartina geografica, si vede subito che l’Arge Alp è una sorta di Europa nell’Europa: complessivamente ha infatti più di 33 milioni di abitanti e una superficie di oltre 178.000 chilometri quadrati. I numeri dicono che è la Baviera, con i suoi oltre 11 milioni di abitanti, a farla da padrona, davanti al Baden Württemberg e alla Lombardia.

Simili molte delle caratteristiche di queste realtà, che hanno forse nel rapporto con il territorio la ragione più forte del loro “matrimonio alpino”. E il “piano comune” approvato dalla Conferenza dei capi di governo dell’Arge Alp nel giugno 1996 – quello che è in sostanza il programma del governo della comunità – definisce, non a caso, principi e obiettivi prioritari per lo sviluppo e la sicurezza delle Alpi, ovvero della catena montagnosa più estesa di tutta l’Europa, un territorio caratterizzato nel corso dei secoli dallo sfruttamento, dagli insediamenti e dall’agricoltura, nonché da una grande varietà naturale e culturale, un territorio che richiede da sempre una particolare attenzione nella gestione delle diverse forme di sfruttamento, che devono assicurare l’integrità dell’area alpina quale patrimonio vitale, economico e ricreativo.

arge alp territori 1Il piano comune sul futuro dell’area alpina e sulla collaborazione transfrontaliera delle regioni varato dall’Arge Alp è già stato inviato ai governi centrali: fra l’altro, vi si legge che per garantire lo sviluppo sostenibile devono essere rispettati prioritariamente gli interessi vitali della popolazione locale e le condizioni ecologiche del territorio alpino. Particolare attenzione – si legge ancora – va riservata alla salvaguardia del patrimonio naturale, che rappresenta la base di vita per la popolazione locale e un’importante risorsa per il turismo. Ma nel documento si parla anche della necessità di salvaguardare e potenziare il comune patrimonio culturale, quale base di vita e elemento di congiunzione delle diverse nazioni.

Lo sviluppo dei rapporti transfrontalieri – secondo i vertici di Arge Alp – deve poi consentire di conoscere e capire maggiormente il pensiero e la cultura dei popoli vicini. Come a dire che la conoscenza reciproca è già di per sì integrazione e collaborazione. Inoltre, si ribadisce che l’autonomia del territorio alpino e delle sue vallate deve essere tutelata e rafforzata il più possibile, attribuendo le responsabilità al livello più vicino ai cittadini, secondo quanto stabilito dal principio di sussidiarietà. Si punta anche sul rafforzamento del potere economico del territorio alpino. Gli squilibri esistenti – dicono ancora i vertici di Arge Alp – devono essere ridotti, consentendo alla popolazione di raggiungere un grado di qualità di vita il più omogeneo possibile in campo economico, sociale e anche ambientale. Nel documento, gli 11 governi sostengono infine l’importanza della sensibilizzazione delle popolazioni all’interno e all’esterno dell’Arge Alp sulle specificità dell’area alpina, aggiungendo che l’“Arge Alp dei cittadini” deve diventare realtà.