Secondo la fotografia scattata dall’Istat, la crescita del Pil italiano è stata tra luci e ombre, con un andamento leggermente positivo, con la tassazione in crescita, accompagnata nel 2019 da un calo delle importazioni di beni e servizi dello 0,4%; l’insieme delle risorse disponibili, misurate in termini di volume, è aumentato rispetto all’anno precedente dello 0,1%. Dal lato degli impieghi si è registrato un aumento dell’1,4% degli investimenti fissi lordi, dell’1,2% delle esportazioni di beni e servizi e dello 0,2% dei consumi finali nazionali. Il Pil italiano nel 2019 è ammontato a 1.787.664 milioni di euro correnti.
Il contributo alla variazione del Pil della domanda nazionale al netto delle scorte è risultato positivo per 0,4 punti percentuali, mentre la variazione delle scorte ha sottratto 0,6 punti alla crescita; all’interno della domanda nazionale, sia la spesa delle famiglie residenti e ISP sia gli investimenti fissi lordi e oggetti di valore hanno contribuito ciascuno per 0,2 punti. L’apporto della domanda estera netta è stato positivo per 0,5 punti percentuali.
Nel 2019 la spesa per consumi finali delle famiglie residenti ha rallentato la crescita, aumentando in volume dello 0,4% (+0,9% nel 2018). Sul terreno economico, la spesa per consumi di beni è aumentata dello 0,1% e la spesa per consumi di servizi dello 0,9%. In termini di funzioni di consumo gli aumenti più accentuati, in volume, riguardano le comunicazioni(+7,1%), la spesa per ricreazione e cultura (+2,0%) e quella per beni e servizi vari (+1,2%). Le componenti che segnano una diminuzione sono vestiario e calzature (-2,7%), spesa per sanità (-0,8%) e per bevande alcoliche, tabacchi e narcotici(-0,4%).
La spesa delle amministrazioni pubbliche ha registrato un calo in volume dello 0,4% mentre quella delle Istituzioni sociali private (Isp) è cresciuta dell’1,7%. Gli investimenti fissi lordi sono risultati la componente più dinamica della domanda, seppure in rallentamento, con un incremento dell’1,4% (+3,1% l’anno precedente). Si sono registrati aumenti per tutte le componenti: del 2,6% per gli investimenti in costruzioni, dello 0,8% per i prodotti della proprietà intellettuale, dello 0,4% per gli investimenti in mezzi di trasporto e dello 0,2% per quelli in macchinari e attrezzature.
Le esportazioni di beni e servizi sono aumentate in volume dell’1,2%, le importazioni sono scese dello 0,4%. Nel 2019 il valore aggiunto totale in volume è cresciuto dello 0,2%; nel 2018 aveva registrato un aumento dello 0,9%. L’incremento è stato marcato nelle costruzioni (+2,6%) e moderato nell’insieme delle attività dei servizi (+0,3%). Hanno registrato variazioni negative il comparto dell’agricoltura, silvicoltura e pesca, che ha segnato un calo dell’1,6%, e quello dell’industria in senso stretto (-0,4%).
Sulla base delle informazioni pervenute, l’Istat ha elaborato in via provvisoria le stime del conto consolidato delle amministrazioni pubbliche per l’anno 2019. L’indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche in rapporto al Pil è stato pari a -1,6% (-2,2 % l’anno precedente). In valore assoluto l’indebitamento è di -29.301 milioni di euro, in diminuzione di circa 9,5 miliardi rispetto a quello dell’anno precedente.
Il saldo primario (indebitamento netto al netto della spesa per interessi) è positivo e pari a 31.004 milioni di euro, con un’incidenza sul Pil dell’1,7% (+1,5% nel 2018). Il saldo di parte corrente (risparmio o disavanzo delle amministrazioni pubbliche) è positivo e pari a 27.880 milioni di euro (16.071 milioni nel 2018). Tale miglioramento è il risultato di un aumentodelle entrate correnti di circa 23,1 miliardi di euro, a fronte di un incremento delle uscite correnti di circa 11,3 miliardi. Nel 2019 le entrate totali delle amministrazioni pubbliche sono aumentate del 2,8% rispetto all’anno precedente. L’incidenzasul Pil del Fisco è stata pari al 47,1%.
Le entrate correnti hanno registrato una crescita del 2,8%, attestandosi al 46,9% del Pil. In particolare, le imposte direttesono risultate in aumento del 3,4%, in virtù della crescita dell’Irpef, dell’Ires e delle imposte sostitutive. Anche le imposte indirette hanno registrato un aumento (+1,4%), per effetto principalmente della crescita del gettito Iva e dell’imposta sul Lotto e le lotterie. I contributi sociali effettivi hanno segnato un incremento (+3,2%) rispetto al 2018 mentre le altre entrate correnti sono aumentate dell’8,4%, grazie soprattutto all’andamento positivo dei dividendi.
La diminuzione delle entrate in conto capitale (-3,1%) è dovuta alla contrazione delle imposte in conto capitale in parte compensata dalla crescita delle altre entrate in conto capitale. La pressione fiscale complessiva (ammontare delle imposte dirette, indirette, in conto capitale e dei contributi sociali in rapporto al Pil) è risultata pari al 42,4%, in aumento rispettoall’anno precedente.
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