BARI (ITALPRESS) – “In questo epicentro di profonde linee di rottura e di conflitti economici, religiosi, confessionali e politici, siamo chiamati a offrire la nostra testimonianza di unita’ e pace. Lo facciamo a partire dalla nostra fede e dell’appartenenza alla Chiesa chiedendoci quale sia il contributo che come discepoli del Signore, possiamo offrire a tutti gli uomini e le donne dell’area mediterranea”. Da Bari papa Francesco solleva il grido di dolore e di speranza dei paesi del Mediterraneo. Lo fa a conclusione della settimana di lavori di “Mediterraneo frontiera di pace”, l’incontro di riflessione e preghiera tra i 58 vescovi dei venti Paesi del Mediterraneo. “Questo mare – ha detto il pontefice nel discorso conclusivo dei lavori dei vescovi – invita i popoli e le culture che vi si affacciano a fare memoria di cio’ che li accomuna e a rammentare che solo vivendo nella concordia possono godere delle opportunita’ che questa regione offre”. Una regione “insidiata da focolai di instabilita’ e di guerra” da quei Paesi che “nelle convenzioni internazionali parlano di pace e poi vendono le armi ai Paesi in guerra: questa si chiama grande ipocrisia”.
La guerra, quindi, e’ “un’autentica follia perche’ e’ folle distruggere case, ponti, fabbriche, ospedali, uccidere persone e annientare risorse anziche’ costruire relazioni umani ed economiche. E’ una pazzia alla quale non ci possiamo rassegnare”. Un vero “fallimento di ogni progetto umano e divino”, ha ribadito con forza il pontefice. Di fronte a tutto questo, allora, solo la costruzione della pace, che la Chiesa e ogni istituzione civile devono sentire come priorita’ “ha come presupposto indispensabile la giustizia. Essa e’ calpestata dove sono ignorate le esigenze delle persone e dove gli interessi economici di parte prevalgono sui diritti dei singoli e della comunita’”. A farne le spese allora sono “quanti fuggono dalla guerra in cerca di una vita degna dell’uomo”. Un fenomeno che inevitabilmente “segnera’ profondamente la regione mediterranea e per cui gli Stati e le stesse comunita’ religiose non possono farsi trovare impreparati”, ha continuato nel suo discorso il Pontefice. Un discorso che ha ricordato come il senso di paura “porta ad alzare le proprie difese davanti a quella che viene strumentalmente dipinta come un’invasione. La retorica dello scontro di civilta’ serve solo a giustificare la violenza e ad alimentare l’odio”.
(ITALPRESS).