Nel 2019 le tariffe in Italia hanno continuato ad aumentare: le uniche in controtendenza sono state il gas (-0,9%) e i servizi telefonici (-6,1%); queste voci, assieme alle corse dei taxi (+0,5%) e ai pedaggi sono le sole tariffe ad essere rimaste al di sotto dell’inflazione che, l’anno scorso, è salita dello 0,6%. Tutte le altre, invece, hanno subito dei rincari importanti: in particolar modo i trasporti urbani (+2,6%), i servizi postali (+3,4%), l’energia elettrica (+5%) e i trasporti ferroviari (+7%). Più contenuti, ma comunque superiori all’incremento del carovita, gli aumenti registrati dalla raccolta dei rifiuti (+1%) e dalla fornitura dell’acqua (+2%). Solo i pedaggi autostradali/parchimetri non hanno subito sostanziali variazioni rispetto al 2018, complice anche lo scandalo dei crolli delle infrastrutture che hanno spinto il governo ad un tardivo blocco delle tariffe.
«La diminuzione del costo del gas naturale registrato nell’ultimo anno – segnala il coordinatore dell’Ufficio studi della Cgia, Paolo Zabeo – ha contribuito a frenare l’aumento dei prezzi di una buona parte delle tariffe prese in esame. Nonostante ciò, i rincari dei trasporti e delle bollette della luce sono stati importanti e a risentirne sono state le famiglie con redditi medio-bassi, visto che questi costi incidono in misura più significativa tra i nuclei che hanno una capacità di spesa più contenuta e molto meno in quelli che dispongono di risorse economiche maggiori».
Gli aumenti tariffari avvenuti nel 2019, comunque, sono stati sensibilmente inferiori a quelli che si sono verificatinell’ultimo decennio. Se il costo della vita tra il 2009 e il 2019 è salito del 12,3%, nello stesso periodo il gas è aumentato del 6,2%, i taxi del 15,7%, l’energia elettrica del 25,7%, i rifiuti del 31,5%, i pedaggi del 34,5%, i trasporti urbani del 36,9%, quelli ferroviari del 38%, i servizi postali del 46,3% e l’acqua dell’81,6%. Tra le 10 tariffe esaminate solo i servizi telefonicihanno subito una contrazione di prezzo (-15,9%) complice la fortissima concorrenza innestatasi nel settore che ad un calo dei prezzi ha fatto seguito anche un deciso miglioramento dell’offerta dei servizi agli utenti.
Se si confronta il peso delle tariffe italiane con quello degli altri paesi europei (dati riferiti al 1° semestre 2019), il risultatoche emerge è sconfortante, soprattutto per le imprese. Per quanto concerne il prezzo dell’energia elettrica, per una famiglia con un consumo domestico medio annuo compreso tra 2.500 e 5.000 KWh, ad esempio, l’Italia si colloca al quinto posto con un rincaro rispetto al dato medio dei Paesi dell’area Euro pari all’1,4%. Per le imprese, invece, la situazione è molto critica. Nell’area Euro le bollette italiane sono le più care: rispetto alla media dei 19 Paesi che utilizzano la moneta unica, il costo medio dell’energia elettrica praticata alle attività produttive del Belpaese è superiore del 29,6%.
Per il gas, invece, il costo medio che grava su una famiglia italiana con un consumo domestico compreso tra 20 e 200 GJ (Giga Joule – unità di misura dell’energia) è il secondo tra i 19 paesi che utilizzano la moneta unica. Rispetto alla mediadell’area Euro, la famiglia paga l’8,2% in più. Le Pmi, invece, pagano il gas il 18,5% in più rispetto la media dei paesi analizzati.
Al netto della qualità del servizio reso ai viaggiatori, soprattutto nelle grandi città, da un punto di vista economico utilizzare i mezzi pubblici italiani conviene. Nel confronto con le principali città europee, il costo del biglietto di bus, tram e metropolitana di sola andata per una tratta di circa 10 chilometri (o almeno 10 fermate) è il più basso in assoluto. La media misurata a Milano e Roma è di 1,57 euro. Niente a che vedere con il prezzo praticato, ad esempio, a Londra (4,79 euro), a Stoccolma (4,60 euro) e alla media di Berlino-Francoforte e Monaco di Baviera (2,94 euro).
Biglietti tra i meno cari d’Europa anche quando si viaggia in treno. Quello di sola andata in seconda classe per una tratta di almeno 200 chilometri applicato a partire dalle stazioni di Milano e di Roma è mediamente di 23,25 euro. Nulla a che vedere con i 50,38 euro chiesti a Berlino-Francoforte-Monaco di Baviera, con i 48,35 euro di Londra e i 32,28 euro di Parigi.
Per quanto concerne la tariffa della fornitura dell’acqua, infine, è necessario fare una precisazione. E’ vero che gli aumentiche si sono registrati in Italia nel 2019 sono stati molto importanti, tuttavia va ricordato che il prezzo medio al metro cubo a Roma, pari a 1,78 euro, è nettamente inferiore a quasi tutte le tariffe medie applicate nelle principali capitali europee.
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