Tratta del Brennero: i divieti in Tirolo a gennaio “tagliano” 4.300 tir

In Austia aumenta di pari passo il trasporto merci su rotaia. Primo passo di Conte sull’Austria: «sono provvedimenti contrari al diritto comunitario». Uggè: «finalmente il governo italiano si muove contro un provvedimento contrastante uno dei fondamenti dell’Ue». 

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Primo bilancio dell’attuazione dei divieti di transito settoriali delle merci e di classe d’inquinamento dei Tir attraverso la tratta del Brennero nel Tirolo austriaco: a gennaio, secondo i dati forniti dal governo tirolese, sono stati circa 4.300 i Tir in meno che sono transitati.

Per il governatore del Tirolo, Günther Platter, sono «prudenti segnali positivi». Si tratta del calo del 2% dei transiti complessivi. Parallelamente, a seguito dell’entrata in vigore dei divieti di transito, sono aumentati i passaggi dei Tir sulla ferrovia con il servizioRo.La”: a gennaio le ferrovie austriache Öbb hanno contato 13.187 mezzi pesanti, a fronte dei 10.000 del 2019.

Intanto, il governo BisConte inizia ad uscire dall’immobilismo e a battere un segnale di vita: i divieti di transito per i Tir introdotti dall’Austria sulla tratta del Brennero sono stati denunciati dal governo italiano alla Commissione europeaperché sono «contrari ai principi cardine dell’Ue sulla libera circolazione delle merci e dei servizi».

Rispondendo ad una specifica interrogazione in Senato, il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha ribadito che «il Governo, attraverso il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, Paola de Micheli, segue da tempo la problematica relativa ai divieti previsti per il traffico pesante nel territorio del Tirolo austriaco. L‘Italia è fortemente impegnata nella promozione delle modalità di trasporto alternativo e per ridurre l’impatto ambientale, investendo notevoli risorse finanziarie per il rinnovo del parco veicolare, per il sostegno al trasporto combinato e per la costruzione delle infrastrutture necessarie, tra cui il tunnel di base del Brennero».

Secondo quando dichiarato da Conte in Senato, «da parte italiana sono aperti canali di dialogo e viene assicurata collaborazione alla Commissione europea, sia con interventi a livello politico che con varie riunioni a livello tecnico, con la partecipazione anche di Germania e Austria, per verificare margini di intesa che consentano misure utili a interveniresull’impatto ambientale in alternativa ai provvedimenti interdittivi dell’Austria. In particolare, il 2 dicembre 2019 – ha detto ancora Conte – il ministro De Micheli ha incontrato il Commissario europeo ai Trasporti, Adina Valean, consegnandogli una nota formale per rappresentare la difficile situazione in cui versano gli operatori economici italiani in conseguenza delle decisioni assunte dal Governo austriaco. Nell’occasione è stato ribadito che la Commissione europea dovrebbe pronunciarsi formalmente sulle misure restrittive austriache, in quanto contrarie ai principi cardine dell’Unione europeasulla libera circolazione delle merci e dei servizi, nonché in considerazione degli effetti distorsivi della concorrenza, con richiesta di valutare ogni possibile ulteriore azione qualora le stesse Autorità intendessero comunque proseguire nei propri intenti».

«In attesa di pronunciamento – ha concluso Conte – il ministro De Micheli ha in programma a breve un nuovo incontro con il Commissario Valean. Io stesso mi faro promotore di un incontro con il premier austriaco Kurz per risolvere con il dialogoin modo costruttivo questo problema».

La risposta di Conte ha sollevato la reazione di Conftrasporto Confcommercio: «bene le dichiarazioni del premier Conte sui blocchi dell’Austria sulla tratta del Brennero – ha detto il vicepresidente della categoria, Paolo Uggè -. Quanto sottolineato dalla massima espressione del governo ci trova pienamente d’accordo: i blocchi dei Tir al Brennero non sono solo questione che riguarda i trasporti, ma tutto il sistema economico del nostro Paese e, di conseguenza, la sua competitività. Il Governo italiano non accetti ulteriori dilazioni, ma adotti misure identiche a quelle del Tirolo. Riteniamo infatti che, nonostante gli interventi dei governi italiani, la Commissione europea stia traccheggiando da ormai troppo tempo».

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