Paccher e Zanin ai vertici del Tavolo dei presidenti dei Consigli delle regioni e province autonome

A Genova il confermento dell’incarico all’unanimità al presidente del Consiglio regionale del Trentino Alto Adige Paccher. Alla vicepresidenza il friulano Piero Mauro Zanin. 

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tavolo dei presidenti dei consigli
Piero Mauro Zanin e Roberto Paccher.

Sarà una guida a trazione autonomistica quella del Tavolo dei presidenti dei Consigli delle regioni e delle province autonome che si è riunito a Genova che ha nominato al proprio vertice due presidenti espressione di altrettante regioni autonome: presidente sarà il leghista trentino Roberto Paccher, mentre alla vicepresidenza tocca al friulano azzurroPiero Mauro Zanin.

«È un ruolo di cui sento la responsabilità ed è un riconoscimento per la specialità del Trentino-Alto Adige. Sono convinto – commenta il neopresidente Paccher – che oggi il ruolo delle Autonomie speciali sia di fondamentale importanza all’interno dello Stato italiano e il compito di questo coordinamento all’interno del Tavolo dei presidenti delle Assemblee legislative deve essere quello di un dialogo continuo finalizzato alla crescita di tutte le Regioni».

Paccher evidenzia il particolare momento storico dove sono sempre più le regioni ordinarie che guardano alla maggiore autonomia e al buon governo assicurato da realtà storicamente autonome come il Trentino Alto Adige e il Friuli Venezia Giulia: «come rappresentante di una terra particolare come il Trentino Alto Adige, che da più di settant’anni gode di uno Statuto speciale, credo – sottolinea Paccher – sia fondamentale mostrare come l’Autonomia ci permetta di eccellere non per i fondi che, in virtù del nostro stesso Statuto, possiamo gestire, ma per la possibilità di autogovernarci, di fare leggi che sono plasmate sulla realtà presente sul territorio, di amministrare al meglio ciò che possediamo».

Al Tavolo siedono i Presidenti delle assemblee legislative di tutte le regioni ordinarie e speciali, oltre alle due province autonome di Bolzano e Trento. Si tratta di un organismo di raccordo, chiamato a confrontare le diverse esperienze e ha svolgere un ruolo di ponte tra le regioni speciali e quelle a Statuto ordinario, che riveste un particolare compito in un momento in cui vi sono in corso i processi volti a dare maggiore autonomia a Emilia Romagna, Veneto e Lombardia.

Per Paccher «le Regioni stanno dimostrando proprio in questi giorni anche il proprio peso politico, attraverso il voto per il referendum sulla legge elettorale. E’ un tema politico contingente, certo, ma dimostra che le Regioni hanno la possibilità di far sentire la propria voce anche in un contesto nazionale dove le autonomie sono viste con diffidenza. E’ giusto dunque il percorso che stanno seguendo Veneto, Lombardia e Emilia Romagna per far applicare il terzo comma dell’articolo 117 della Costituzione e dobbiamo guardare con favore alla crescita di queste realtà, senza però dimenticare la tutela di quei diritti che ci appartengono».

«Le cinque regioni a Statuto speciale, che già oggi godono della propria autonomia, devono essere un modello, ma dobbiamo sempre tenere alta l’asticella e puntare ad un miglioramento collettivo che porti al rialzo e non ad una omologazione verso il basso» conclude Paccher.

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