Conte: «Autonomia al primo consiglio dei ministri utile»

Ma non sono molti a crederlo. Tensioni all’interno di Forza Italia. Lezzi: «favorite le 3 regioni del Nord». Zaia «indispensabile decidere senza tirarla per le lunghe». Fontana: «mi aspetto una parola definitiva dal governo sulle intese rqaggiunte». 

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Il governatore del Veneto, Luca Zaia

Il Consiglio dei ministri che si sta per aprire sarà una riunione al calor bianco, visto che sul piatto, per ammissione dello stesso premier Giuseppe Conte, ci sarà il tema delle autonomie per le regioni del Nord, tema su cui le stesse regioni hanno esposto il cartellino rosso nei confronti della maggioranza di governo Lega-M5s, soprattutto nei confronti dei grillini che ormai hanno sposato la posizione dei contrari alla concessione di maggiore autonomia per Veneto, Emilia Romagna e Lombardia.

Secondo Conte, «quella sulle autonomie sarà una riunione lunga perché vorrei chiudere i passaggi ancora critici da definire e i dubbi rimasti. Vorrei completare questi punti per portarlo al primo consiglio dei ministri utile per avviare l’iter esterno al governo, con governatori e Parlamento».

Alla dichiarazione di Conte rispondono i governatori interessati. «Mi aspetto che il Governo esamini il documento che abbiamo predisposto – dice il governatore lombardo, Attilio Fontana -. Se non gli va bene possiamo vedere quali le cose che dovranno essere eventualmente modificate. Non dobbiamo dimenticare che il testo è un accordo tra il Governo e le Regioni. Il Parlamento non può modificarlo, sarebbe contrario alla logica».

Per il presidente dell’Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, «nessun passo in avanti significativo è stato fatto sul fronte dell’autonomia. Attendiamo una risposta dal governo su documenti depositati da mesi».

Dal governatore Veneto, Luca Zaia, un bilancio su quanto finora fatto in tema di autonomia: «su alcuni temi ci sono ancora delle distanze tra la regione Veneto e il governo, come su ambiente e infrastrutture, o un accordo parziale sulla formulazione delle risorse finanziarie, ma il grosso è stato fatto».

Sul banco dei frenatori, il ministro per il Sud, la grillina Barbara Lezzi che ributta la palla sul campo delle regioni. «Le bozze, così come le abbiamo lette, favoriscono le tre Regioni e danneggiano tutte le altre. E mica solo quelle del Sud, anche quelle del Nord – ha dichiarato Lezzi -. La Lega chiede la Luna e mi domando: vuole davvero l’autonomia o cerca solo un pretesto per farsi dire di “No”, facendo del Movimento Cinque Stelle il suo capro espiatorio? La retorica degli incompetenti mi ha stancato: proprio perché abbiamo studiato le carte – ha aggiunto Lezzi– diciamo con forza che una riforma come quella proposta dal Veneto non si fa in due giorni. Se l’opposizione fosse stata ideologica avremmo fatto la guerra per non far inserire l’autonomia nel contratto di governo. Il problema è di principio, perché l’autonomia è in Costituzione, come dice Zaia, ma la Costituzione prevede pure altri principi fondamentali e inderogabili, ed è tecnico. E’ doveroso dare una risposta ai Veneti – precisa Lezzi – a maggior ragione dopo il referendum, ma non ci possono essere svantaggi per le casse dello Stato, né le altre Regioni possono diventare vittima dell’autonomia altrui».

Lezzi critica anche la sua collega ministro agli Affari regionali, Erika Stefani: «quando il ministro Stefani è venuta in Consiglio dei ministri 20 giorni fa aveva trovato l’accordo con Sanità, Ambiente, Sviluppo economico. Tutti ministeri M5s. Sa con chi mancava l’accordo? Con l’Istruzione, retta dal ministro Bussetti, della Lega. Stiamo ancora aspettando che le bozze recepiscano le indicazioni dei vari ministeri. E ancora, fabbisogni standard e livelli essenziali delle prestazioni: l’ha detto il sottosegretario leghista Giorgetti che senza quelli non si può partire».

Una dichiarazione immediatamente rispedita al mittente da Zaia: «immaginavo un travaglio difficile. Del resto è la prova che è una grande riforma. Penso ci siano tutti i presupposti per decidere per fare un passo in avanti. Positiva è l’avocazione a sé del presidente del Consiglio: mi fa ben sperare. Se anche il premier non riuscirà in questa impresa, sarà veramente tragico. Noi abbiamo fatto i compiti per casa, abbiamo seguito pedissequamente quello che dicono la Costituzione e le leggi italiane; siamo a disposizione per qualsiasi chiarimento. Se il ministro Lezzi – rileva Zaia – avesse letto il nostro progetto, invece di fare dichiarazioni ai giornali, avrebbe avuto contezza che la Luna non la stiamo chiedendo. Magari chiedessimo la Luna. Chiediamo solo quello che è scritto in Costituzione. E’ grave che lo dica il ministro, convinto che una Regione chiede la Luna essendo in linea con la Costituzione. A tutt’oggi i grillini non hanno presentato una modifica alla Costituzione in tal senso e tantomeno presentato a nessuno una loro proposta di autonomia. Ad oggi esiste solo una proposta di autonomia: la nostra».

Zaia afferma di non aver «idea come andrà la partita in Consiglio dei ministri. Comunque è già importante, vedendola con l’ottica di uno che scriverà la storia di questi giorni, che in Consiglio dei ministri si parli di autonomia e si parli di Veneto. Spero che, quantomeno, si approfitti di mandare avanti una pre intesa da mandare in Parlamento per le opportune osservazioni, dopodiché raccogliere queste ultime e infine chiudere con un’intesa finale».

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