I dati presentati nell’analisi sull’economia agricola italiana pubblicata dell’Istat sono parte dei Conti nazionali dell’Agricoltura e forniscono un quadro generale dell’attività del settore nel 2018.
Nella prima parte vengono presentati i risultati economici del settore agricoltura, silvicoltura e pesca e le informazioni generali sull’andamento del comparto agroalimentare, che include l’industria alimentare. Nella seconda parte i risultati delle aziende agricole in senso stretto sono integrati dai risultati economici delle cooperative agricole produttrici di vino e olio. I risultati di questo settore agricolo “allargato” vengono esposti nel Conto satellite dell’Agricoltura, elaborato secondo uno schema comune da tutti i paesi dell’Ue28 al fine di produrre una base omogenea per i confronti internazionali.
Dopo un 2017 nettamente sfavorevole (-3,9% il valore aggiunto in volume), il settore dell’agricoltura, silvicoltura e pescaitaliano ha registrato nel 2018 una debole ripresa: in volume, la produzione è aumentata dello 0,6% e il valore aggiunto dello 0,9%. L’agricoltura in senso stretto ha fatto segnare una crescita dello 0,6% del volume della produzione e dello 0,8% del valore aggiunto. Segnali positivi sono emersi per la silvicoltura, con un significativo incremento sia della produzione (+1,5%) sia del valore aggiunto (+1,7%). Meno favorevole è stato il risultato del comparto della pesca, per il quale la produzione è cresciuta dello 0,5% e il valore aggiunto è rimasto sostanzialmente stabile (+0,1%).
L’espansione del valore aggiunto dell’industria alimentare, delle bevande e del tabacco è stata robusta, con un incremento del 2,7% in volume e del 2,9% espresso a prezzi correnti. Il complesso del comparto agroalimentare, che include agricoltura, silvicoltura e pesca e l’industria alimentare, ha così segnato una crescita del valore aggiunto dell’1,8% in volume e dell’1,3% a prezzi correnti. Nel comparto si è formato il 3,9% del valore aggiunto dell’intera economia, somma di una quota del 2,1% del settore primario e dell’1,8% dell’industria alimentare.
Nel 2018 l’occupazione nel settore dell’agricoltura, silvicoltura e pesca, misurata in Unità di lavoro (Ula), è aumentata dello 0,7% rispetto all’anno precedente, a sintesi di una crescita del 2,5% della componente del lavoro dipendente e di un calo dello 0,2% di quella indipendente. Grazie all’andamento positivo dell’industria alimentare (+1,2%), l’input di lavoro del comparto agroalimentare ha registrato un incremento dello 0,8%.
I redditi da lavoro dipendente in agricoltura silvicoltura e pesca sono aumentati del 4,2%; in particolare le retribuzioni lorde sono cresciute del 4,0%. Gli investimenti fissi lordi nel settore hanno registrato un significativo incremento (+4,1% in valori correnti e +2,5% in volume).
«I dati diffusi dall’Istat sull’economia agricola ci fanno ben sperare – commenta il ministro all’Agricoltura, Gianmarco Centinaio -. Il settore regge e cresce, aumenta l’occupazione e si può parlare finalmente di ripresa, anche grazie al vino che registra una crescita sorprendente e che fa collocare l’Italia al secondo posto in Europa per produzione. Abbiamo attraversato un anno particolarmente difficile, anche a causa del maltempo che ha flagellato il Paese da Nord a Sud, e non da meno sono state tutte le problematiche legate all’emergenza Xylella e ai settori olivicolo, ovino-caprino e agrumicolo, tutti comparti sui quali stiamo intervenendo tempestivamente, come non si faceva da anni, e che risolleveremo grazie al dl Emergenze Agricoltura».
«Abbiamo intrapreso la strada giusta chiude Centinaio -. Continuiamo a lavorare a testa bassa consapevoli di dover fare sempre meglio e di più. Se riusciremo a imporre anche la nostra voce in Europa, nella futura Pac, sicuramente l’agricoltura potrà aspirare a diventare uno dei settori trainanti dell’intera economia nazionale».
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