La molto parziale deducibilità dell’auto aziendale approda all’Europarlamento

Interrogazione dell’eurodeputata veneta Elisabetta Gardini chiede alla Commissione Europea di non concedere all’Italia la proroga della deroga che penalizza l’automotive e le aziende italiane. 

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deducibilità dell’auto aziendale
Elisabetta Gardini

Dopo che il deputato azzurro bellunese Dario Bond aveva sollevato il caso circa l’ennesima richiesta a Bruxelles di proroga triennale del regime di deroga al regime fiscale ordinario sulla deducibilità dell’auto aziendale fatta alla chetichella dal “governo del cambiamento” che preferisce non cambiare nulla, ecco che la vicenda approda all’Europarlamento per la penna dell’eurodeputata veneta Elisabetta Gardini che ha ripreso la denuncia del suo collega di partito proponendola alla Commissione europea, deputata a decidere sulla richiesta avanzata dal governo italiano.

«Per quale motivo in Italia non si può detrarre l’Iva al 100% su un’auto aziendale? Per questa ragione siamo pesantemente penalizzati: nel 2018 in Italia sono state vendute il 43% di auto aziendali, il 20% in meno rispetto ai cinque maggiori mercati dove l’Iva è interamente deducibile» scrive nella sua interrogazione Elisabetta Gardini, capogruppo FI al Parlamento Europeo per il PPE, che chiede alla Commissione Europea di «non concedere all’Italia la proroga per altri tre anni della deroga al regime Iva e ammortamento per i veicoli aziendali non esclusivamente strumentali all’esercizio dell’attività d’impresa».

«Come denuncia un collega, l’On. Dario Bond, – prosegue la Gardini – si tratta di una differenza stridente e di una misura iniquanella quale il fisco italiano si distingue rispetto agli altri maggiori Paesi d’Europa, differenza consentita da una proroga della deroga concessa all’Italia dall’Unione Europea. Questa storia deve finire perché il settore auto è fortemente penalizzato».

In gioco, secondo Gardini, non c’è solo la sostenibilità della filiera dell’automotive, ma anche la competitività delle aziende italiane che in tema di auto possono dedurre solo una minima parte dei costi sostenuti, diventando così meno competitiverispetto alle loro concorrenti europee.

Di fatto, secondo Gardini, l’Italia, con un’ulteriore deroga alla piena deducibilità dell’auto aziendale e dei costi per la mobilità, deroga in vigore da ben trent’anni «sarebbe la puntuale dimostrazione che il fisco del nostro Paese ha un atteggiamento rapace e poco lungimirante, tanto più che si fa una distinzione tra chi trasporta anche persone con l’auto aziendale, e può dedurre solo il 40%, e chi fa un uso esclusivamente aziendale dell’auto, e può dedurre il 100%. Ma in molte piccole aziende, magari a conduzione familiare, il veicolo è unico per i due usi e così vengono penalizzate due volte. La proroga concessa finora all’Italia dalla Commissione Europea non è più tollerabile».

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