Referendum TAV, no grazie. Ora indispensabile realizzarla per lo sviluppo del Nord

Finco: «rimetterla in discussione significa infliggere colpo mortale all’economia del Nord Italia»: Uggè: «non ad ulteriori, inutili perdite di tempo». 

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Alta velocità ferroviaria Padova-Bologna

La realizzazione della TAV Lione-Torino e Brescia-Trieste è indispensabile per il rilancio dell’economia di tutto il Nord Italia e le categorie economiche dell’area produttiva del Paese scendono in campo per bocciare la proposta grillina di bloccarne la realizzazione.

«Rimettere in discussione TAV e grandi opere è un colpo mortale alle possibilità di sviluppo del Nord e di tutto il Paese. Farlo per veti ideologici è incoscienza – afferma Massimo Finco, presidente di Assindustria Venetocentro Imprenditori Padova Treviso -. Bisogna aprire i cantieri, non chiuderli, per far crescere l’Italia, collegarla all’Europa e al mondo, creare posti di lavoro, ma anche rendere più connessi e vivibili i nostri territori. È l’unica strada per fronteggiare il rischio di nuova recessione, sostenere lo sforzo di migliaia di imprese e lavoratori, restituire fiducia nella politica e in un Parlamento che ricerchi il dividendo della crescita, non quello elettorale, e faccia il suo lavoro, senza l’alibi di un inutile referendum per diluire responsabilità e contraddizioni. Il Nord – ribadisce Fincosi è già largamente espresso. TAV e infrastrutture sono il banco di prova della effettiva volontà del governo di passare dalle parole ai fatti sugli investimenti, la crescita e il lavoro. Siamo pronti a sostenere ogni iniziativa delle Regioni e delle forze sociali che dal Veneto e dagli altri territori attraversati dal Corridoio europeo Mediterraneo dia voce alla maggioranza silenziosa e ribadisca l’urgenza di un rapido via libera al proseguimento della TAV, per il bene del Paese, nell’interesse nazionale».

Secondo Finco «siamo di fronte a un bivio. L’Italia può rispettare gli impegni assunti e diventare protagonista dei futuri ed auspicabili traffici internazionali. Oppure, debole e divisa, abbandonarsi al rifiuto della modernità e scivolare nell’irrilevanza. Il bivio è tra una visione del futuro che continui a scommettere sull’Italia tra le maggiori economie industriali del mondo e una visione che prefigura un Paese con meno industria, meno infrastrutture, meno lavoro, più sussidi e più Stato. Chiediamoci e chiediamo a chi governa: da che parte stiamo?».

Quanto a TAV, Terzo Valico, Pedemontana Lombarda e Veneta «vogliamo siano a basso impatto, perché non vogliamo un territorio devastato, ma non possiamo restare indietro rispetto al mondo. La TAV è anche simbolicamente l’arteria di un’Europa connessa, un’Europa dei popoli non solo economica, che dia sostanza, forza e una sola voce all’Ue – ribadisce il presidente di Confindustria Veneto Centro -. Al governo chiediamo di smettere propaganda e balletti su costi-benefici, buoni forse in campagna elettorale, ma da cui deriva solo un aggravarsi del ritardo e dei costi logistici che frenano le imprese e penalizzano tutti i cittadini. Non è una battaglia delle sole imprese ma di tutti, al di là di schieramenti e appartenenze. Lo ha dimostrato la nuova mobilitazione di Torino, partita dalla società civile, che ha raccolto un consenso trasversale delle rappresentanze dell’impresa, del lavoro, degli amministratori e dei cittadini e stavolta anche della politica, compresa la Lega, e questo è un fatto positivo e mi auguro la premessa di una parola chiara e definitiva del governo su quest’opera decisiva per le sorti del Paese intero».

Sulla stessa linea anche il vicepresidente di Confcommercio e di Conftrasporto, Paolo Uggè: «ma quale referendum, quali mediatori!? Le forze politiche preparino una mozione chiara, in entrambi i rami del Parlamento» bollando l’ipotesi di consultazione popolare sulla TAVcome «una perdita di tempo».

ConftrasportoConfcommercio chiede alle parti politiche, sia del Senato che della Camera, di esprimersi in maniera inequivocabile, di impegnarsi verso una soluzione definita perché si smetta di rinviare la questione.

«Detto questo, ribadiamo che la TAV non è solo un’infrastruttura che collega Torino a Lione – spiega Uggè –, ma un corridoio europeo concepito per rendere maggiormente competitivo il nostro sistema-Paese. Ci aspettiamo una risposta chiara dalla Politica (altroché referendum), un’indicazione che consenta di realizzare un’opera che è indubbiamente strategica e indispensabile per tutto il sistema economico e sociale italiano».

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