Il Parlamento europeo ha approvato l’accordo di partenariato economico tra UE e Giappone, con 474 voti in favore, 152 contrari e 40 astensioni, che eliminerà quasi tutti i dazi doganali sulle merci esportate, per un totale di 1 miliardo di euro all’anno in favore delle imprese dell’UE. Tale accordo rappresenta una presa di posizione a sostegno di un commercio libero, equo e regolamentato in un momento di gravi sfide protezionistiche.
Mentre i settori più sensibili dell’Unione Europea, come la produzione di riso, sono tutelati, gli esportatori europei di vino, formaggio, carni bovinee suine, pasta, cioccolato e biscotti potranno avvantaggiarsi dell’assenza di dazi immediatamente o dopo un periodo di transizione. Saranno protetti 205 prodotti a indicazione geografica europea per aiutare le piccole e medie imprese (PMI), che rappresentano il 78% degli esportatori verso il Giappone. Il Parlamento esorta la Commissione a creare punti di contatto per le PMI, in modo che queste possano beneficiare rapidamente dell’accordo.
L’accordo prevede inoltre che il Giappone apra alla concorrenza europea il suo mercato degli appalti ferroviari e degli appalti pubblici nelle sue principali città. Saranno liberalizzati anche il commercio elettronico, i trasporti marittimi internazionali e i servizi postali.
L’approvazione del “Japan-Eu Free Trade Agreement–Jefta”, «è positivo per l’export agroalimentare» afferma il coordinamento di Agrinsieme, che riunisce Cia-Agricoltori italiani, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle Cooperative Agroalimentari, che ora «auspica un voto favorevole da parte della plenaria del Parlamento Europeo, dopo l’ok a larga maggioranza della Commissione Commercio Internazionale».
Grazie a questo accordo, siglato a luglio dal premier giapponese Shinzo Abe, dal presidente del Consiglio Ue Donald Tusk e dal presidente della Commissione europea Jean-Claude Junker, «le esportazioni agroalimentari comunitarie verso il Paese del Sol levante potrebbero aumentare sensibilmente per i cibi trasformati», fa notare Agrinsieme, ricordando che questa intesa bilaterale, a differenza del Ceta, non dovrà essere ratificata dai Parlamenti degli Stati Membri, ma solo dal Parlamento Europeo e dalla Dieta nazionale, l’organo legislativo del Giappone.
«Per dimensione economica, si tratta del più grande accordo commerciale della UE, che consentirà l’eliminazione dei dazi sull’85% dei prodotti agroalimentari comunitari destinati al mercato nipponico, tra i quali figurano vino, formaggi, carni suine, pasta, dolci e prodotti a base di pomodoro – sottolinea Agrinsieme -. Il Giappone è il quarto mercato in ordine di grandezza per le esportazioni agricole comunitarie, che hanno un valore venti volte superiore a quello delle esportazioni nipponiche nell’Ue. Il Paese si presenta come un mercato “ricco”, caratterizzato da consumatori molto esigenti, continuamente alla ricerca di prodotti di nicchia e di assoluta qualità, oltre che molto interessati all’eccellenza del “Made in Italy” agroalimentare».
«Il Giappone, inoltre, è il sesto maggior partner commerciale dell’Italia al di fuori dell’Unione Europea, con un surplus commerciale di 2,4 miliardi di euro; il Belpaese, a fronte di importazioni per 4,2 miliardi, esporta verso il Paese del Sol levante beni per circa 6,6 miliardi di euro, cifra che secondo l’esecutivo comunitario potrebbe addirittura raddoppiare grazie all’accordo di partenariato», conclude Agrinsieme.
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