La produzione industriale danza tra rialzi e cali, con il rischio che entro la fine d’anno si verifichi la stagnazione, complice anche l’atteso rallentamento generale che sta interessando l’economia europea e, più limitatamente, quella globale.
L’indice della produzione industriale (che a fine agosto scorso è ancora al di sotto del 18,5% rispetto al livello ante-crisi) ha iniziato una lentissima risalita nel 2015. Secondo il Centro Studi Promotor questa ripresa si è però interrotta a metà 2017 per lasciare spazio ad una nuova fase di stagnazione che è coerente con il rallentamento della crescita del Pil trimestrale che emerge con chiarezza dagli indici Istat. La sequenza degli incrementi tendenziali del Pil mette in luce che, dopo un incremento massimo di periodo dell’1,7% nel secondo trimestre 2017, si è arrivati ad un +1,2% nel secondo trimestre 2018. La frenata è evidente e preoccupa dato il pesodell’attività manifatturiera sull’economia italiana.
«Se la tendenza al rallentamento della crescita venisse confermata dalla stima Istat del III trimestre attesa per fine ottobre – afferma Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor – sorgerebbero ulteriori dubbi sulla possibilità che la ripresa dell’economia italiana possa accelerare come previsto dal Governo e da tutti auspicato. E ciò nonostante che il contesto mondiale sia di generale espansione con un tasso di crescita che nell’Unione Europea è doppio rispetto a quello italiano e negli Stati Uniti è addirittura quadruplo».
Dubbi e aspettative al ribasso sono anche per il centro studi di Banca Intesa Sanpaolo.
Nel dettaglio dei numeri ad agosto 2018 l’indice destagionalizzato della produzione industriale è cresciuto dell’1,7% rispetto a luglio. Nella media del trimestre giugno-agosto il livello della produzione registra una flessione dello 0,2% rispetto ai tre mesi precedenti. L’indice destagionalizzato mensile mostra aumenti congiunturali in tutti i comparti: variazioni positive segnano i beni strumentali (+3,6%), l’energia (+2,8%) e, in misura più contenuta, i beni di consumo (+0,9%) e i beni intermedi (+0,2%).
Corretto per gli effetti di calendario, ad agosto 2018 l’indice è diminuito in termini tendenziali dello 0,8% (i giorni lavorativi sono stati 22 come ad agosto 2017). Nella media dei primi otto mesi dell’anno la produzione è cresciuta dell’1,8% rispetto all’anno precedente. Gli indici corretti per gli effetti di calendario registrano ad agosto 2018 un’intensa crescita tendenziale per il raggruppamento dei beni strumentali (+4,1%); variazioni negative si registrano, invece, per i beni intermedi (-3,8%), l’energia (-2,1%) e, in misura più lieve, per i beni di consumo (-1,6%).
I settori di attività economica che registrano la maggiore crescita tendenziale sono le altre industrie manifatturiere, riparazione e installazione di macchine ed apparecchiature (+6,0%), la fabbricazione di mezzi di trasporto e la fabbricazione di macchinari e attrezzature n.c.a. (+3,8% entrambi). Le maggiori flessioni si rilevano invece nella produzione di prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici (-18,9%), nella fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche, altri prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi (-7,7%) e nell’industria del legno, della carta e stampa (-7,1%).
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