La Cgia fa i conti di quanto peserà sul sistema produttivo. Manzato chiede che l’Imu sugli immobili agricoli si applichi anche a Sud. La Lega Nord Trentino brucia in piazza i moduli F24 e invita a pagare una cifra simbolica
Attorno al pagamento dell’Imu in scadenza il 18 giugno monta sempre più veementemente la protesta sociale e politica, sia da parte di cittadini “colpevoli” solo di possedere la casa dove abitano, che degli imprenditori che devono affrontare l’ennesima estorsione legalizzata ai loro redditi senza la certezza che anche questo sacrificio vada a buon fine per risanare le finanze di uno Stato sempre più malandato.
La Cgia di Mestre ha fatto i conti sulle varie categorie che subiranno la “mazziata” dell’Imu: il segretario dell’organizzazione artigiana Giuseppe Bortolussi dichiara “temo che molti artigiani e molti piccoli commercianti non ce la faranno a rispettare nemmeno il pagamento della prima rata”.
Per la Cgia gli albergatori saranno chiamati a pagare il conto più salato: mediamente ciascuno di loro “sborserà” 8.405 euro. Non andrà molto meglio nemmeno alla grande distribuzione che sarà chiamata a versare un importo medio annuo pari a 5.930 euro. Anche gli industriali subiranno un prelievo annuo di tutto rispetto: mediamente su ogni capannone graverà un’imposta pari a 4.725 euro. Per gli artigiani del settore produttivo ed i piccoli industriali, il versamento medio sarà di 2.756 euro. Per i liberi professionisti, invece, l’esborso medio sarà di 1.468 euro, mentre per ogni piccolo commerciante/esercente l’imposta si attesterà su un valore medio di 729 euro. Infine, i meno tassati saranno i piccolissimi artigiani che subiranno un prelievo medio di 574 euro. L’analisi è stata realizzata applicando l’aliquota ordinaria del 7,6‰ (da sottolineare che i Comuni potranno diminuirla o aumentarla fino al 10,6‰ da qui a dicembre entro la scadenza dell’ultima rata) e utilizzando le rendite catastali medie nazionali.
“In una fase economica in cui i consumi sono in forte contrazione, il credito continua ad essere erogato con il contagocce e le tasse continuano ad aumentare a vista d’occhio – commenta Giuseppe Bortolussi – auspico che il Governo riveda al ribasso le aliquote dell’Imu per le attività produttive, altrimenti corriamo il pericolo che molte piccole aziende chiudano i battenti e finiscano a lavorare in nero. Non dimentichiamo – prosegue Bortolussi – che nella stragrande maggioranza dei casi gli imprenditori pagheranno l’imposta municipale due volte. Una come proprietari di prima casa e l’altra come proprietari di immobili ad uso commerciale o produttivo”.
Sull’applicazione dell’Imu sugli immobili produttivi agricoli, scende in campo anche l’assessore all’agricoltura della regione del veneto, Franco Manzato, secondo il quale “a pensar male si fa peccato, ma ci si indovina. Pretendo assicurazioni sul fatto che i fabbricati del Sud siano effettivamente noti al catasto, a partire e comunque compresi quelli agricoli. Il pagamento dell’Imu non può riguardare i soliti noti, cioè i cittadini delle regioni dove i catasti sono sostanzialmente in regola. Insomma: non può pagare ancora una volta il Nord anche per chi bara. Mi auguro che il Sud colga questa occasione per censire tutti gli immobili esistenti in quel territorio, compresi quelli abusivi”. Manzato, che è anche assessore alla tutela del consumatore, non nasconde i suoi dubbi sulla possibile realtà nei versamenti dell’Imu: “accatastare gli immobili dove questo non è o non è ancora stato fatto non è uno sforzo esorbitante e improbo, ma solamente un sacrosanto dovere. In occasione del pagamento di questa tassa, che toglierà ulteriori risorse ad un sistema economico e civile, anche in agricoltura, sull’orlo dell’asfissia, il Nord chiede sostanzialmente una vera e leale collaborazione a quelle aree del territorio nazionale dove pare che molti abbiano approfittato delle distorsioni del sistema e dei minori controlli per eludere regole e doveri: edilizi, amministrativi e fiscali. Il Sud ha l’opportunità di riscattarsi e dimostrare che non è un’appendice d’Italia ma che potrebbe essere uno zoccolo duro – ha concluso Manzato – e mi auguro che questo appello serva a smuovere le istituzioni e la coscienza civile per fare squadra nella sostanza, non negli aulici richiami ad una realtà che squadra non è”.
Chi dalle denunce e dagli auspici è già passato ai fatti sono i vertici della Lega Nord Trentino che ha platealmente bruciato in piazza i moduli F24 indispensabili per il pagamento del balzello. “Bruciamo simbolicamente i Modelli F24 di pagamento dell’Imu, con un gesto ‘fumoso’, ma non violento, contro questa tassa ingiusta che servirà solo ad impoverire ulteriormente i cittadini e le imprese” hanno affermato il senatore Sergio Divina e il deputato Maurizio Fugatti, bruciando i modelli di pagamento in una manifestazione davanti al Commissariato del Governo di Trento imitati dai consiglieri provinciali e comunali del partito, definendo il Governo Monti “un esecutivo ‘tassicodipendente’ che basa tutta la sua azione sul prelievo fiscale invece che sui tagli e la razionalizzazione della spesa pubblica”. Per Fugatti, vicepresidente vicario del gruppo leghista alla Camera, “questa tassa fa diventare matti i cittadini per sapere quanto e come pagare. Basta guardare le file di questi giorni nei Comuni”. Il deputato ha poi sottolineato, così come i consiglieri, come le cifre da pagare siano molto più elevate di quelle dell’Ici, soprattutto per le attività commerciali e produttive. “Intanto il differenziale è sempre a 450 – ha evidenziato Fugatti – quando con Berlusconi era sopra 500 e ci avevano detto che sarebbe sceso a 200. Così come il ‘Salva Italia’, le accise sulla benzina e i primi provvedimenti di questo Governo sarebbero dovuti essere gli ultimi sacrifici”. Secondo Divina, presidente della commissione speciale sui pressi del Senato “avere un tetto sulla testa è una necessità come mangiare e dormire, mica un lusso da tartassare. Per chi non ha casa, lo Stato fa uno sforzo per trovare soluzioni e nello stesso tempo punisce chi se l’è procurata coi propri sacrifici”. Divina ricorda come “in tanti vengono a dirci che non ce la faranno a pagare questa tassa odiosa: a tutti spieghiamo che si può pagare una cifra inferiore, incorrendo così, un anno dopo, in una sanzione pari al 3,75%, più gli interessi legali, pari al 2,50%”. Critiche dalla Lega Nord anche al governatore del Trentino Dellai, che poteva utilizzare l’Autonomia speciale per introdurre sgravi, specie per la prima casa, “salvo rifiutare ogni nostra proposta”.