I depuratori delle acque reflue urbane non trattengono decine di sostanze “nuovi inquinanti”

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depurare le acque reflue
Tonnellate di sostanze nocive vengono scaricate nei corpi idrici, danneggiano la fauna ittica e intaccando la qualità delle falde

torbole depuratoreI depuratori delle acque reflue, quando ci sono, sono ben lungi dall’essere ottimizzati, finendo con lo scaricare nell’ambiente acquatico tonnellate di sostanze nocive per l’ambiente: farmaci e sostanze chimiche, droghe, nicotina e caffeina. Lo ha scoperto uno studio condotto dall’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri in collaborazione con il Servizio Idrico di MM (ex Metropolitana Milanese) analizzando gli scarichi della città. 

La ricerca, condotta con il finanziamento della Fondazione Cariplo, si è concentrata sui cosiddetti “nuovi inquinanti” che al momento non sono compresi nelle statistiche ufficiali sulla qualità dell’acqua, ma che invece sono sempre più interessanti per un corretto monitoraggio scientifico, anche perché alla fine finiscono nel ciclo alimentare dell’uomo.

I “nuovi inquinanti” vanno dai farmaci alle droghe, dai disinfettanti ai prodotti chimici per la cura della persona, da sostanze perfluorurate e plastificanti fino a caffeina e nicotina. La ricerca sul sistema acquifero milanese ha preso in esame gli ultimi 5 anni, per arrivare a conclusioni preoccupanti: ogni giorno la popolazione del capoluogo lombardo immette nei corsi d’acqua 6,5 kg di farmaci, 1,3 kg di disinfettanti e di sostanze chimiche utilizzate per la cura della persona, 200 g di sostanze perfluorurate, 600 g di plastificanti, 400 g di droghe di abuso, 13 kg di nicotina e caffeina.

L’analisi si è stata condotta sulle acque fognarie e quelle di falda, da cui è prelevata l’acqua potabile, ricercando tracce della presenza di 80 sostanze. Secondo Sara Castiglioni, responsabile dell’Unità di biomarkers ambientali dell’Istituto Mario Negri, «tutte queste sostanze vengono utilizzate quotidianamente in quantità elevate e possono essere immesse nell’ambiente tramite gli scarichi urbani. Parte del carico di inquinanti deriva dai depuratori che ricevono le acque fognarie prodotte dalla città di Milano contenti inquinanti in notevoli quantitativi. I depuratori contribuiscono a ripulirli solo parzialmente prima del loro scarico nell’ambiente e molti inquinanti, in particolare i farmaci, le droghe e i prodotti chimici utilizzati per la cura della persona permangono nelle acque trattate e sono scaricati in canali e fiumi con ripercussioni sugli ecosistemi».

Per Ettore Zuccato, capo del Laboratorio di tossicologia alimentare dell’Istituto, «la contaminazione dei fiumi impatta sull’ambiente e anche sull’uomo, dato che l’inquinamento dei fiumi è correlato a quello delle falde acquifere. Fortunatamente al momento il trasporto d’inquinanti sembra riguardare più la falda superficiale e meno la profonda, da cui si ottiene l’acqua per il consumo umano e quindi ad oggi la qualità dell’acqua può definirsi buona».

Questo non esclude un futuro inquinamento anche delle falde profonde, con ripercussioni possibili sulla salute umana. Per evitare i rischi peggiori, è necessario regolamentare più rigidamente gli scarichi in ambiente e fare un salto tecnologico nel settore della depurazione, per evitare di scaricare nei copri idrici le sostanze pericolose.