La Francia consegna formalmente la maggioranza a Fincantieri, salvo mantenere l’ultima parola su tutte le decisioni che contano. Bono: «una soluzione che dà ilvia alla costituzione di un grande gruppo»
Dopo un lungo tira e molla tra Italia e Francia (con quest’ultima che non ha tradito la sua tradizionale abitudine di fare i propri interessi) il Belpaese a guida Gentiloni ha incassato una vittoria di Pirro, con la conquista formale dei cantieri navali di Stx France di Saint Nazaire con il formale controllo della società, e quindi la gestione industriale degli storici cantieri francesi sull’Atlantico, ma con la spada di Damocle dell’uzzolo francese sempre pendente sulle scelte di maggior peso politico ed economico.
Il futuro assetto è costituito dalla proprietà diretta da parte di Fincantieri del 50% del capitale sociale di STX France, con lo Stato francese al 34,34% del capitale, i dipendenti al 2% e Naval Group al 10%. Un 3,66% del capitale sarà in mano a imprese locali che lavorano nella subfornitura dei cantieri francesi. Fincantieri eserciterà il comando grazie all’1% del capitale graziosamente prestato dal governo francese per un periodo di 12 anni, con la facoltà di quest’ultimo di riprenderselo in qualsiasi momento. Inoltre, a fronte della potestà di Fincantieri di nominare presidente ed amministratore delegato della nuova compagine sociale (su cui pesa il diritto di veto sulla nomina da parte del governo francese), la Francia avrà 4 degli 8 componenti del consiglio di amministrazione. Più che una vittoria, pare un pannicello caldo steso per coprire l’ennesima sconfitta italiana nel mondo degli affari europei. E l’andamento della Borsa che segna un calo della quotazione di Fincantieri sembra confermare questo scenario.
Comunque sia, Emmanuel Macron e Paolo Gentiloni hanno festeggiato la rinviata guerra commerciale nel comparto navale. Dopo il fallimento della holding coreana che gestiva i cantieri STX France che rischiavano analoga sorte se non interveniva qualcuno a salvarli, con l’acquisizione da parte di Fincantieri si viene a creare una realtà di notevole impatto. Oltre ai cantieri di Saint Nazaire (100 ettari di superficie; 2.700 dipendenti; 6,4 miliardi di euro di ricavi; il più grande bacino d’Europa, con un portafogli ordini per 14 navi da crociera per un valore di 12 miliardi), a Lione Macron e Gentiloni hanno suggellato l’intesa per la costituzione di un “gruppo di lavoro” o “comitato direttivo” di sei membri (di cui fanno parte anche Bono e Guillou) che comincerà a lavorare subito per proporre ai due governi, entro giugno 2018, un percorso per l’integrazione della cantieristica dei due Paesi, oltre che civile, anche militare, un settore quest’ultimo nel quale ci sono i margini maggiori e per il quale è previsto un giro d’affari di 771 miliardi di dollari tra il 2016 e il 2025.
Quello che si profila dall’integrazione di Fincantieri, Stx France e Naval Group (attiva nel comparto militare) è un colosso da 10 miliardi di euro di ricavi all’anno e un carico di lavoro di 50 miliardi di euro, presente in oltre 20 Paesi con circa 35.000 dipendenti e un indotto in Europa di 120.000 persone. Un leader europeo nella cantieristica civile e militare destinato sia a diventare un protagonista mondiale di primissimo piano, sia a consolidare in maniera decisiva l’industria cantieristica europea.
L’esito della trattativa è salutato con soddisfazione da parte di Giuseppe Bono, attuale amministratore delegato di Fincantieri e più che probabile timoniere del nuovo gruppo. «Un gruppo coeso e ormai grande fra i grandi» scrive Bono in una lettera ai dipendenti nella quale sottolinea che «la crisi ci ha spronato ancora. La nostra strategia di resistenza è diventata un piano di espansione che ci ha visti sbarcare negli Usa, in Norvegia, sul mercato borsistico, più recentemente in Cina, e ora guardiamo con fiducia all’Australia. Tutto questo anche grazie alla partecipazione e alla condivisione di ciascuno di voi».
Per Bono «l’annuncio dei Governi di Italia e Francia di dare avvio a un percorso condiviso per giungere a un’alleanza a tutto campo nel settore navale, rappresenta senza alcun dubbio una pietra miliare per la nostra azienda» sottolineando che l’accordo «grazie all’eccellenza delle tecnologie e del know how di Fincantieri e dei nostri partner francesi, dà il via alla creazione di un leader europeo della cantieristica civile e militare, destinato a diventare uno dei principali operatori a livello globale nell’industria navale, il primo operatore al mondo nel comparto delle navi da crociera e uno dei player principali negli altri segmenti ad alto valore aggiunto, come ad esempio il segmento offshore, dell’energia, dei sistemi e componenti per applicazioni marine e dei servizi». «Dall’integrazione di Fincantieri, Naval Group ed STX France – ricorda Bono – emergerà il leader mondiale nella costruzione di navi complesse ad alto valore aggiunto, con ricavi annui totali di circa 10 miliardi di euro, un carico di lavoro (backlog) di circa 50 miliardi di euro, un portafoglio tecnologico all’avanguardia e una forte presenza internazionale (in oltre 20 paesi) con circa 35.000 dipendenti e un indotto in Europa stimato in oltre 120.000 persone». Bono sottolinea che «si presentano nuove occasioni di valorizzazione e arricchimento delle nostre competenze interne, inedite opportunità di crescita, sviluppo e occupazione che sapremo certamente cogliere proseguendo il percorso di cambiamento avviato da tempo, senza timori. Negli ultimi 15 anni – ricorda Bono – lo abbiamo fatto prima per difendere quanto conquistato con fatica, poi per affermarci nel panorama internazionale. Così nei primi anni del 2000 abbiamo abbandonato la dimensione di azienda monocliente in ambito crocieristico e militare. Abbiamo imparato a competere attraverso un patrimonio di idee e collaborazioni forte e vario, frutto della capacità di progettare guardando al futuro. La crisi ci ha spronati ancora. La nostra strategia di resistenza è diventata un piano di espansione che ci ha visti sbarcare negli Stati Uniti, in Norvegia, sul mercato borsistico, più recentemente in Cina, e ora guardiamo con fiducia all’Australia. Tutto questo anche grazie alla partecipazione e alla condivisione di ciascuno di voi».
«Ora – conclude Bono – la prova che ci si presenta davanti è, naturalmente, ancora più complessa. Gli scenari in cui lavoriamo sono in continua evoluzione, e il nostro compito è sempre di anticipare e accompagnare le dinamiche che governano questi mutamenti per presentarci preparati. Sono certo che ognuno di noi farà propria questa opportunità con tutte le sue energie, rinnovando il senso di appartenenza a Fincantieri, come un gruppo coeso e ormai grande fra i grandi».