Nasce BancoBpm, terza realtà creditizia nazionale

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fusione BPM BPV
Dalla fusione nasce una realtà dove nessuno potrà comandare. Consiglio di amministrazione variegato con più anime

 

fusione BPM BPVLe assemblee del Banco Popolare di Verona e della Banca Popolare di Milano hanno approvato la fusione e la trasformazione in società per azioni senza grandi patemi, in modo plebiscitario a Verona (favorevoli 23.683; contrari 118 e 11 astenuti) e con larghissimo margine a Milano (favorevoli 7.314; contrari 2.731). Record di partecipazione alla votazione con circa circa trentamila persone (al netto delle deleghe).

«È un bel segno di cambiamento per tutto il Paese» ha detto a Milano il presidente Giuseppe Castagna. A Verona il suo collega Pier Francesco Saviotti si è commosso dopo il voto. Dalla fusione, sulla base dei dati di bilancio, nascerà la terza banca italiana con un totale attivo di 171 miliardi, raccolta indiretta di 105 miliardi, 25.000 dipendenti. Il piano industriale della nuova realtà creditizia prevede anche esuberi (1.800) e chiusure di sportelli (passerà da 2.500 a circa 2.000). Se non ci saranno problemi, l’obiettivo della nuova banca è di generare utili per un miliardo di euro l’anno entro il 2019.

I problemi non mancano: Bpm, pur essendo più piccola, dovrà caricarsi sulle spalle il Banco Popolare ammaccato dal peso delle sofferenze a cominciare da quelle generate da Italease, tanto che in assemblea Pier Francesco Saviotti ha annunciato che anche il 2016 si chiuderà in perdita. Comunque sia, il Banco di Verona è il partner più pesante della coppia, ma anche il più debole. Saviotti ne è conscio e in assemblea ha affermato che «la partenza sarà lenta, non avremo subito grandi risultati economici ma il business plan ci lascia tranquilli sui risultati».

La gestione del nuovo gruppo prevede la presidenza all’avvocato Umberto Ambrosoli (che ha annunciato le dimissioni dal Consiglio regionale lombardo dove era stato eletto come capo della coalizione di centro sinistra, uscita sconfitte da Roberto Maroni) e amministratore delegato Castagna. Saviotti sarà presidente del comitato esecutivo. Il consiglio d’amministrazione sarà a maggioranza espressione della componente veronese che al suo interno è molto variegata, dovendo tenere conto anche delle altre anime del gruppo (come le popolari di Novara e Lodi). Ciò significa che la nuova realtà bancaria non sarà blindata, visto che il gruppo avrà una capitalizzazione di 4 miliardi, che, secondo Castagna, «non è molto ma sempre meglio di 1,8 miliardi della sola Bpm. Saremo un’autentica public company». Una scalabilità accentuata dal fatto che è stato annunciato che a marzo cadrà il tetto del 5% sul possesso delle azioni.