Studio della Stockton University del New Jersery afferma che sono poso attirati dal gioco d’azzardo
“Sono nati tra i primi anni ’80 e la metà degli anni ’90 nel mondo occidentale”. È questa la definizione più banale di “Millennials”, denominati anche “Echo Boomers”. Essi sono stati teorizzati da i due storici Wiliam Strauss e Neil Howe.
Questa generazione, definita “Generazione Y”, espressione utilizzata per la prima volta nel 1993 dalla rivista Ad Age, una delle più autorevoli riviste dedicate al mondo della pubblicità, ha vissuto a stretto contatto e sulla propria pelle la sviluppo della tecnologia, dei media digitali e di una nuova forma di comunicazione. Come esempi si possono citare l’utilizzo degli SMS, della mail, lo sviluppo di Internet e dei social network, come Facebook, Twitter, Instagram e Snapchat, oltre alla diffusione capillare dei telefoni intelligenti o smartphone. Risulta dunque davvero semplice definire i loro interessi.
I “Millennials” sono coloro che hanno testato per la prima volta l’acquisto dei prodotti sulla rete. La comodità di ordinare ciò che più ci piace stando a casa nostra è un qualcosa che ormai è diventata una consuetudine e un’abitudine sempre più diffusa. Non si può inoltre dimenticare l’utilizzo dei già citati social network. Quest’ultimi ormai sono uno strumento attraverso ci si esprime, ci si manifesta, si comunica, si dibatte e si permette agli altri di farsi un’idea e un’opinione di sé. Ma ciò che non va scordato è che internet è diventato anche un mezzo attraverso cui conoscere, sapere e scoprire.
Il 71% della “Generazione Y”, come riporta uno studio condotto da Tsw sui “Millennials”, utilizza internet per risolvere le esigenze quotidiane (ricerca di informazioni legate al proprio lavoro o percorso di studio. Un’altra fetta per tenersi informata e apprendere cose nuove, grazie soprattutto agli archivi sconfinati di internet e all’informazione in tempo reale. Infine, Internet è considerato da questo target l’universo dell’intrattenimento, in particolare dal ramo dei video e dal gioco online.
A tal riguardo c’è uno studio della Stockton University del New Jersey che mette in evidenza come i “Millennials” non sono affatto attratti e attirati dal gioco d’azzardo. Questo, sotto certi punti di vista, stupisce e non poco. Il “gambling” è ormai uno dei pilastri della “new economy” internazionale e in Italia il numero dei giocatori abituali nel settore online supera il milione .
«Il gioco non è considerato così importante dai minori di 35 anni. Solo il 21% ha dichiarato che lo è, contro il 42% degli appartenenti alla fascia oltre i 35 anni», ha dichiarato Jane Bokunewicz, uno dei docenti della Stockton University. Dallo studio è emerso che la maggior parte dei Millennials preferisce giocare alle slot con la famiglia o con gli amici, una tendenza nettamente differente dai giocatori più anziani che amano la solitudine nel gioco. I giocatori di entrambi i target di età hanno affermato che le slot dovrebbero includere un elemento di abilità. Ritengo che i produttori del settore si stiano muovendo sulla strada giusta per la realizzazione di questa tipologia di giochi”, ha dichiarato Jane Bokunewicz, una delle assistente dell’istituto. Insomma, il matrimonio tra “Millenials” e “gaming” non s’ha proprio da fare. Almeno per ora.