Glifosato, l’Europa ignora la voce dei cittadini

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La Commissione Europea ha esteso in via provvisoria l’autorizzazione all’utilizzo dell’erbicida. Il parere definitivo atteso entro fine 2017. Critiche di Slow Food

 

fusti diserbante erbicida glifosatoLa Commissione Europea ha esteso, dopo un lungo tira e molla, in via provvisoria l’autorizzazione all’uso del glifosato. Entro la fine del 2017 si attende il parere dell’Agenzia europea delle sostanze chimiche (ECHA) sugli effetti della sostanza, utilizzata come principio attivo in molti erbicidi, per la salute umana e l’ambiente. Al centro del confronto scientifico, in particolare, sono la possibile cancerogenicità del glifosato e il suo impatto sul sistema endocrino.

La decisione arriva dopo alcuni fallimentari tentativi di raggiungere una maggioranza qualificata all’interno dello Standing Committee e poi dell’Appeal Committee convocata lo scorso 24 giugno. Entrambi i comitati rappresentano gli Stati membri dell’Unione Europea.

«La Commissione sta ignorando il parere della comunità scientifica, nonché la voce dei cittadini» è il commento di Gaetano Pascale, presidente di Slow Food Italia: da ricordare infatti come più di 2 milioni di cittadini europei abbiano sottoscritto la petizione per chiedere la messa al bando del glifosato. Pascale denuncia in merito «serie lacune nel rispondere all’esigenza di trasparenza sulla valutazione scientifica del glifosato, necessaria per esprimersi sul rinnovo o meno dell’autorizzazione. Ora – continua il presidente di Slow Food – occorre quantomeno porre chiare restrizioni all’uso del glifosato, così da ridurre al minimo l’esposizione umana e tutelare i cittadini. Vanno banditi tutti gli utilizzi che comportino un alto rischio di esposizione sia per la popolazione che per gli operatori, come l’impiego di glifosato nei giardini e nelle abitazioni private, così come lo spargimento nei parchi pubblici, sulle strade e lungo le linee ferroviarie».

Ancora più importante è «proibire l’irrorazione sulle colture alimentari prima del raccolto, in modo da evitare che rimangano quantità eccessive di residui negli alimenti». Oltre ad avviare un’azione immediata per contenere i danni, conclude Pascale, è necessario che l’Europa apra un dibattito onesto sui possibili percorsi di transizione verso un’agricoltura e un sistema alimentare più sostenibili, basati su una scienza indipendente e completamente trasparente.

Nell’accordare la proroga temporanea, la Commissione ha proposto agli Stati membri di restringere le condizioni di utilizzo del glifosato sul territorio europeo. Tra le misure proposte figurano l’eliminazione dell’ammina di sego etossilata (un tensioattivo contenuto nei prodotti a base di glifosato), l’obbligo di rinforzare i controlli sull’impiego del glifosato nella fase che precede il raccolto, nonché la riduzione al minimo dell’irrorazione in aree come i parchi pubblici e i campi da gioco. Alcune discussioni con gli Stati membri hanno già avuto luogo questa settimana, ma non hanno portato a nessuna conclusione.