UE anticipa cambio frequenze trasmissioni TV in digitale al 2020

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Si prepara una nuova “rivoluzione” simile a quella del passaggio dall’analogico al digitale per consentire la diffusione delle telecomunicazioni 4G e 5G e le trasmissioni UltraHd

 

televisione videowall FbyShSono passati solo sette anni dalla “rivoluzione” digitale nelle trasmissioni televisive via etere che telespettatori e aziende di trasmissione devono prepararsi ad un altro cambio di tecnologia che comporterà l’adozione obbligatoria di un nuovo decoder anche per i televisori di ultimissima generazione.

La decisione si deve alla solita Unione Europea che ha deciso di liberare la cosiddetta “banda 700” attualmente utilizzata dalle televisioni per veicolare le reti internet ultraveloci a standard 4G e 5G , oltre ad introdurre un nuovo standard trasmissivo che, a parità di banda, potrà veicolare contenuti a maggiore qualità compreso lo standard UltraHd (che offre una qualità 4 volte migliore rispetto l’odierno “FullHd”). Il traguardo è stato anticipato dal precedente 2022 al 2020, mentre solo da giugno 2016 saranno disponibili i primi decoder esterni (obbligatori per i nuovi apparecchi televisivi solo dal 1 gennaio 2017).

Molti si ricordano ancora tutte le vicissitudini del passaggio dalla televisione analogica a quella digitale. Oltre a difficoltà nella ricezione del segnale, che spesso non consentiva assolutamente di vedere ed ascoltare il segnale, ci fu anche l’epocale cambiamento dalla televisione a tubo catodico per quelle piatte, prima al plasma e poi a Led. 

I nuovi decoder TVB-T2 sostituiranno quelli “vecchi” TVB-T, mentre è ancora aperta la questione relativa allo standard di trasmissione: H.264/MPEG4 oppure H.265/HEVC? Si tratta di formati di compressione capaci di condizionare efficienza, qualità e altri parametri fondamentali. L’H.264 è maturo, fa meglio del MPEG2 di circa il 50% ed è già impiegato ad esempio dai dischi Blu-Ray. L’H.265 invece è la sua evoluzione, fa ancora meglio e supporta già l’Ultra HD. Se si considera che per supportare l’uno o l’altro sono necessarie apparecchiature specifiche sia per la trasmissione che per la ricezione del segnale, si tratta di una scelta destinata a pesare molto su mercato, industria e consumatori. Il buon senso direbbe di puntare subito sull’H.265/HEVC  che assicura maggior possibilità di evoluzione senza dovere cambiare in futuro nuovamente il decoder. 

Il DVB-T2 in sinergia con i codec di nuova generazione permetterà di godere di una maggiore qualità video, rendere più efficiente l’uso delle frequenze a disposizione e ridurre il rischio interferenze. I dati ufficiali indicano un incremento prestazionale da circa 24 Mbit/sec (DVB-T) a 45.5 Mbit/sec (DVB-T2), che insieme a una compressione video migliore consentirà agli operatori televisivi di trasmettere più canali con maggiore qualità usando le medesime risorse. Oggi un solo MUX (multiple) è in grado di ospitare 5/6 canali in qualità standard o al massimo 2 canali HD 720p. Secondo l’Autorità di controllo delle trasmissioni inglese Ofcom, il DVB-T2 con codec H.264 consentirebbe la trasmissione di 4 canali HD 720p (o 1080i). Un ulteriore transizione al codec H.265 porterebbe il numero dei canali HD 720p a 11 oppure in alternativa cinque canali 1080p. 

Per tutti il passaggio al nuovo standard non è indolore: i produttori di TV e decoder devono integrare i chip compatibili ed essere certi dello scenario che li attende; i produttori televisivi devono mettere in preventivo un nuovo cambio di attrezzature; i consumatori devono dotare i televisori già acquistati (solo pochissimi sono già predisposti) di un decoder esterno per poterli utilizzare con i nuovi standard trasmissivi. 

Di sicuro, nell’immediato futuro non è impossibile assistere ad un drastico calo nelle vendite di televisori, nell’incertezza delle decisioni circa lo standard trasmissivo e nell’adozione dei decoder integrati all’interno degli apparecchi, senza avere unità esterne collegate al televisore con un filo e un telecomando aggiuntivo.

Oltre alla questione del cambio di standard trasmissivo, si aprirà anche quella degli indennizzi a quei concessionari che impiegano le bande che dovranno essere liberate che ne avevano la disponibilità fino al 2032. Costoro dovranno essere adeguatamente indennizzati, così come si dovrà aprire un nuovo risiko per l’assegnazione delle nuove bande di trasmissione, sia per la telefonia che per le trasmissioni televisive.