Domani la firma al ministero delle Infrastrutture e Trasporti assieme a quella di Autovie. Polemiche connesse alla mancata gara internazionale
La Giunta provinciale di Bolzano ha dato il via libera al protocollo d’intesa per l’accordo con il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, già verificato in sede europea, per il rinnovo della concessione dell’Autostrada del Brennero. Il protocollo d’intesa sarà sottoscritto da tutti i soci pubblici e dal Ministero giovedì 14 gennaio a Roma. Come dalla Regione e dalla Provincia di Trento, via libera anche dalla Provincia di Bolzano alla firma del protocollo di intesa propedeutico al rinnovo della concessione dell’A22 fino al 2045.
I termini dell’intesa sono noti: il Ministero affida la gestione dell’Autobrennero a una società “in house” di proprietà interamente pubblica, con una formula che prevede una concessione trentennale e contestualmente la messa a disposizione dei 550 milioni di euro del fondo ferrovia, accantonati per il finanziamento del tunnel di base del Brennero e delle relative tratte di accesso. Il presidente Arno Kompatscher e gli altri rappresentanti dei soci pubblici firmeranno il protocollo con il ministro Graziano Delrio giovedì 14 a Roma. «Si tratta di un risultato storico per Alto Adige e Trentino, che garantisce investimenti significativi per trent’anni ma soprattutto che mette gli enti territoriali nella condizione di gestire le politiche del trasporto sul corridoio del Brennero in un’ottica di sostenibilità ambientale», ha ribadito Kompatscher.
Con il protocollo, il Ministero e i soci pubblici si impegnano a collaborare per individuare tutte le misure, da attuarsi con strumenti amministrativi e normativi, per concretizzare l’accordo. Oltre al versamento allo Stato dei 550 milioni di euro accantonati dalla società nel “Fondo pro Ferrovia”, l’accordo prevede che gli incrementi tariffari siano contenuti ai livelli dell’inflazione programmata, ma con la significativa eccezione che sia recepita la direttiva europea Eurovignette con particolare riferimento a misure compensative dell’inquinamento ambientale e volte a trasferire il traffico pesante dalla gomma alla rotaia. L’accordo per il rinnovo della concessione prevede inoltre che la futura società affidataria si impegni a versare 1.395 milioni come canone di concessione trentennale, da corrispondere con 45 milioni all’anno, e ad effettuare interventi infrastrutturali e lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria per complessivi 3 miliardi di euro lungo l’asse del Brennero (collegamenti, gallerie, terza corsia).
Il rinnovo diretto e senza gara internazionale della concessione ha scoperchiato il vaso delle polemiche. «Sbaglia il Trentino a scambiare il rinnovo della concessione, senza gara, con l’ok alla realizzazione della poco utile ma costosissima (2 miliardi) autostrada della Valdastico Nord» sostiene il presidente dell’Osservatorio nazionale liberalizzazioni e trasporti (Onlit), Dario Balotta. «L’ingegnoso marchingegno per evitare la gara, se approvato – sostiene Balotta – farebbe sprofondare ulteriormente nell’inefficienza il settore e priverebbe lo Stato di una parte delle rendite garantite oggi a totale appannaggio delle concessionarie. Nell’intreccio di patti incrociati per evitare la competizione ed aggirare le gare, si avvantaggerebbe anche la Serenissima che ha inchiodato lo Stato nella convenzione alla proroga della concessione fino al 2026 in caso di avvio dei lavori della A31 Valdastico nord».
Critiche anche dal fronte politico con il senatore piemontese Lucio Malan, secondo il quale in una lettera aperta indirizzata al presidente del Consiglio Matteo Renzi «la firma della proroga delle concessioni avverrà senza che il ministro abbia risposto alle mie interrogazioni in merito», critiche, quelle di malan, che riguardano «la profonda alterazione del principio di libera concorrenza preferendo riconfermare le concessioni in capo agli attuali titolari, costringendo gli utenti a subire pedaggi autostradali superiori cinque o sei volte ai costi di manutenzione, la sola voce che si dovrebbe pagare una volta che l’infrastruttura è ormai completata e ammortizzata da decenni».
Sul tema delle opere che saranno legate alla proroga trentennale della concessione di A22, interviene il senatore trentino della Lega Nord Sergio Divina, secondo cui «visto che la provincia di Trento ha sempre meno risorse da destinare alle infrastrutture dopo il taglio al bilancio di 1.500 milioni imposto da Roma e subito tacitamente dalla maggioranza di centro sinistra che governa il Trentino, e considerato che l’A22 consegue una media annua di 80 milioni di euro di utile netto a fronte di ricavi di oltre 300 milioni di euro, si leghi il rinnovo della concessione alla realizzazione diretta a cura di Autobrennero di opere stradali fondamentali per il territorio, ad iniziare dal collegamento veloce tra Mori e Arco e alla tangenziale di Rovereto e della Vallagarina».