Dal 2007 al 2014 un calo del reddito medio del 18,35%. Si riduce l’attrazione dei giovani verso il mondo professionale
L’Adepp, l’Associazione che rappresenta 17 casse professionali e due enti di previdenza complementare, ha diffuso il V Rapporto sulla categoria, evidenziano una situazione drammatica per tanti, troppi professionisti che pagano duramente la crisi economica degli ultimi anni privi di qualsiasi forma di protezione sociale.
I professionisti rappresentano un importante segmento del sistema produttivo italiano, secondo i calcoli effettuati dall’Adepp, producono il 15% del Pil. Non stupisce perciò la presenza del ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, che è intervenuto alla presentazione del rapporto Adepp sulla previdenza privata. Padoan ha ricordato quanto è importante il ruolo di investitori di lungo periodo che hanno le Casse perché «se gli investimenti a lungo termine nell’economia reale non riprendono ci ritroveremo sempre in una situazione vivacchiante in cui si cresce ma solo un po’».
Di investire in economia reale molte Casse già lo fanno; però ancora manca una programmazione condivisa in un’ottica di lungo periodo, che l’anno scorso si è bruscamente interrotta quando la legge di stabilità ha alzato inopinatamente la tassazione sulle rendite finanziarie del risparmio previdenziale, passata dal 20 al 26%, quando Casse e fondi si aspettavano una riduzione della pressione fiscale finalizzata anche a incentivare gli investimenti della previdenza privata nel sistema Italia, equiparandola a quella media vigente in Europa, anche al fine di rimpinguare i rendimenti sempre più esigui garantiti sia dalla rivalutazione monetaria che dai versamenti dei singoli.
Il disagio dei professionisti si sta sempre più allargando, vuoi per il deciso calo delle commissioni, che per le difficoltà dei pagamenti da parte dei committenti, specie pubblici, con il risultato che molti hanno dovuto intaccare i propri risparmi sia per continuare a lavorare che per pagare collaboratori e tasse sempre più elevate e con un trattamento sicuramente non a livello dei professionisti europei.
Per il presidente uscente di Adepp, Andrea Camporese (Inpgi) «noi prima degli altri abbiamo capito che serve un welfare che riguardi l’intera vita lavorativa, dato che il lavoro oggi è discontinuo e i redditi oscillano». Dal 2007 a oggi l’offerta di welfare è cambiata. Sono aumentate l’indennità di maternità (+10 milioni, per un totale nel 2014 di 86 milioni), le prestazioni a sostegno degli iscritti (+18 milioni, per un totale di 73 milioni), gli ammortizzatori sociali (+23 milioni per un totale di 33 milioni) e le polizze sanitarie (+19 milioni per un totale di 80 milioni); un forte calo tra il 2013 e il 2014 si registra invece alla voce “prestazioni a sostegno della professione”, dove rientrano i crediti chiesti dai professionisti alle banche e garantiti dalle Casse, passata in un anno da 118 milioni a 87 milioni (nel 2007 erano 143 milioni), complice anche la concorrenza accentuata da parte del circuito del credito bancario sui tassi d’interesse dei mutui. La spesa per il welfare nel 2014 è stata di 397 milioni – escludendo i quasi 100 milioni di Casagit e Onoasi – ed era di 423 milioni nel 2013.
Non sempre la scelta di entrare nel mondo professionale è la “prima” scelta: spesso si tratta di un ripiego per entrare nel mondo del lavoro, con condizioni molto precarie quanto a redditività.
L’Adepp ha nominato il suo nuovo presidente nella figura del presidente dell’Enpam, l’Ente nazionale di previdenza dei medici e dentisti, Alberto Oliveti, 62 anni, pediatra, che guiderà l’associazione delle casse di previdenza dei professionisti italiani per i prossimi tre anni.