Economia digitale, via obbligata per lo sviluppo di tutte le imprese

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mondo cristallo in mano
Riello: «la mentalità dell’imprenditore medio è ancora arretrata, ma il web è fondamentale per la crescita delle moderne aziende»

 

mondo cristallo in manoIl mondo delle imprese è a un bivio tra tradizione ed innovazione, specie per quanto riguarda il digitale, con il Web che in molti casi è ancora visto come un oggetto sconosciuto e guardato con sospetto. Con Giordano Riello, presidente del Gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria Veneto, il punto sulla situazione e sulle tendenze nel mondo della manifattura.

Presidente Riello, come si pongono le imprese verso il digitale e il mondo della rete in particolare?
giordano riello presidente giovani confindustria veneto 1Bisogna fare una premessa: tante delle nostre imprese, venete, del NordEst, italiane, devono ancora affrontare un passaggio generazionale, passaggio che condurrà sicuramente le imprese italiane verso una maggiore digitalizzazione. Bisogna partire dalla nostra storia recente, in un contesto difficile, di trasformazione postcrisi come quello attuale, dove percorsi non tradizionali come il digitale sono fondamentali per l’innovazione d’impresa. Percorsi che consentono alle imprese e ai prodotti di eccellenza del “Made in Italy” di competere prima ancora sui nuovi mercati. Secondo me, il digitale è uno strumento innovativo fondamentale per mantenere la competitività delle imprese e la loro presenza sui mercati, magari anche in quei mercati dove l’Italia non è più un punto di riferimento.

Il problema fondamentale è la cultura d’impresa verso il digitale?
Uno dei problemi fondamentali è la cultura italiana che sotto quest’aspetto non è ancora sufficientemente matura, unita anche ad una scarsa digitalizzazione del Paese, visto che in troppe parti d’Italia siamo ancora ad un livello primitivo per quanto riguarda la disponibilità di banda “normale”, per non dire della banda ultralarga. Si tratta di un problema non secondario che limita fortemente la competitività della moderna economia.

Sembrerebbe che il problema di carenza di banda larga, almeno a livello delle città, sia risolto. A livello di singole imprese si nota sempre che esistono siti belli e accattivanti, ma spesso sono trascurati e non aggiornati…
Spendere cifre anche considerevoli per allestire una bella vetrina aziendale sula Rete e poi non tenerla mantenuta ed aggiornata costantemente è un boomerang. Si tratta di un investimento a perdere, perché il sito aziendale è il palcoscenico dell’azienda sulla Rete e sul mercato mondiale. Almeno una volta alla settimana, il sito aziendale deve essere aggiornato e mantenuto, inserendo fatti, notizie ed eventi riguardanti l’azienda, l’imprenditore e i suoi prodotti. E’ un bene che il Paese vada verso una maggiore digitalizzazione a livello infrastrutturale, ma tocca anche agli imprenditori fare una riforma culturale interna investendo anche sulle risorse interne che poi vanno a lavorare sul digitale. Nel NordEst gli imprenditori sono bravi, ma a fare tutto spesso ci si dimentica di valorizzare all’esterno quanto si fa nell’impresa.

Quale può essere il ruolo delle categorie come Confindustria e del Gruppo Giovani Imprenditori in particolare?
I giovani rappresentano quello che è l’innovazione. In Veneto stiamo collaborando con Gianni Potti presidente di Sistemi Innovativi Italia che ha messo in piedi il più grande convegno sul digitale nel NordEst che è “Digital meet” e stiamo lavorando al processo di sensibilizzazione verso le imprese in modo da favorirne l’adozione. Il digitale è  a servizio della manifattura e la manifattura a servizio del digitale, perché sono due realtà sì separate, ma tra loro complementari. Dobbiamo avviare un processo di sensibilizzazione culturale per mantenere competitivo il nostro sistema manifatturiero nel mondo.

Che tempistica immagina perché ci sia una vera digitalizzazione delle imprese?
Il mercato lo chiede da ieri. Noi cerchiamo che le imprese ci arrivino domani o al massimo dopodomani, perché in caso contrario le imprese rischiano di perdere importanti opportunità di mercato, facendo invecchiare l’azienda con il risultato di un lento decadimento. Vogliamo mettere a disposizione del sistema confindustriale tutto ciò che è digitale, perché il digitale può creare un circolo virtuoso vincente, perché oggi quando si cerca un qualche prodotto la prima cosa che si fa si consulta la Rete tramite i motori di ricerca. Rimanere fuori da quella che oggi è vetrina del mondo si rischia di tagliarsi fuori da soli da importanti opportunità, in una sorta di harakiri moderno.