Concluso a Bolzano il V forum italo tedesco degli industriali

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Stefan Pan Ulrich Grillo e Giorgio Squinzi
L’incontro dedicato ai temi dell’energia e della digitalizzazione

 

Stefan Pan Ulrich Grillo e Giorgio SquinziLe associazioni industriali d’Italia e Germania, Confindustria e Bdi, in occasione della quinta edizione del Business Forum italo-tedesco a Bolzano, hanno ribadito il loro impegno «per un’Europa forte, basata sui principi di responsabilità e solidarietà».

Secondo Confindustria e Bdi, «la mancanza di soluzioni condivise contribuisce all’acuirsi della crisi economica e, adesso, rischia di far sì che la crisi migratoria sfugga a ogni controllo, creando terreno fertile per il proliferare di istanze antieuropeiste». Allo stesso tempo, «il completamento dell’unione monetaria ed economica deve proseguire di pari passo con il completamento del mercato unico, a partire da un mercato unico digitale connesso fino a una lungimirante politica climatica ed energetica». 

Confindustria e Bdi ritengono che un mercato dell’energia europeo integrato, competitivo e funzionante sia «un prerequisito per rafforzare la competitività delle nostre industrie». Le due confederazioni imprenditoriali ritengono che la riforma del sistema europeo di scambio di quote di emissione debba diventare uno strumento cruciale per conciliare gli obiettivi di sostenibilità ambientale e competitività dell’industria. Gli industriali d’Italia e Germania sostengono anche «con forza la necessità di sfruttare appieno le opportunità derivanti dalla trasformazione digitale dell’industria europea». «Un’altra sfida importante che l’Europa deve affrontare con urgenza è legata ai sistemi di istruzione – proseguono Confindustria e Bdi -. Le competenze digitali sono, al giorno d’oggi, un fattore chiave per la crescita e sono anche fondamentali per raccogliere i benefici dell’economia digitale».

Secondo il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi, «sulla digitalizzazione in Italia siamo abbastanza in ritardo, mentre la Germania è più avanti. Dobbiamo recuperare rispetto agli stati, che in questo campo sono decisamente più avanti, e trascinare lo sviluppo tecnologico e ridurre l’impatto sulle nostre imprese a causa della minore digitalizzazione». Per Squinzi «da questo incontro emerge con chiarezza che siamo in Europa ma che c’è ancora molto da fare per costruire veramente l’Europa. Abbiamo infatti un problema per avere una libera circolazione dell’energia per avere una maggiore uniformità di costi e disponibili».

«La ripresa è solida e l’Italia è su buona strada, visto che la congiuntura ha ripreso a tirare, grazie anche ai tassi bassi. Per quanto riguarda invece la sicurezza la situazione in Europa è labile. La guerra in Siria, il terrorismo e l’instabilità in molti paesi nordafricani hanno causato un’onda di profughi, che rappresenta una grossa sfida per tutti noi – ha detto il presidente degli industriali tedesco Ulrich Grillo – . Servono risposte europee e investimenti per permettere un’integrazione dei profughi che a medio e lungo termina potranno rappresentare impulsi importanti per la crescita e la sicurezza sociale. Solo così vediamo, se l’Europa funziona davvero». Per quanto riguarda lo scandalo Volkswagen, Grillo ha ribadito che «si tratta di settimane difficili per l’economia tedesca. La fede nella qualità dell’industria tedesca e nel “Made in Germany” non possono comunque essere messi in discussione». Su questo tema, specie in riferimento all’indotto italiano, Squinzi ha detto di «essere preoccupato perché sicuramente il problema Volkswagen viene a impattare sul sistema manifatturiero italiano perché abbiamo molte aziende che sono fornitori della Volkswagen e dell’industria tedesca dell’auto in generale».

Squinzi ha allargato le sue riflessioni sul panorama italiano alla recente presentazione della legge di Stabilità. «le grandi linee della norma sono tutte in gran parte condivisibili. Visto che punta verso la crescita, noi non possiamo che essere d’accordo. Non siamo ancora riusciti ad approfondire il documento di notevoli dimensioni, ma ci sono alcuni provvedimenti per le imprese che giudichiamo con molto favore, come l’aumento degli ammortamenti per i nuovi investimenti».