Secondo lo studio del Servizio statistica della provincia di Bolzano, la stagione invernale arretra, ma tiene in Trentino
Arrivi in leggera crescita, pernottamenti in altrettanto lieve diminuzione, così come l’offerta di esercizi alberghieri. Questa la fotografia scattata nel 2014 dall’Istituto provinciale di statistica (Astat), che ha pubblicato uno studio relativo ai flussi turistici a Bolzano e nelle zone alpine limitrofe. La ricerca ha preso come riferimento l’Alto Adige e i cantoni svizzeri del Ticino, dei Grigioni e di San Gallo, l’area alpina della Baviera, i Lander austriaci del Voralberg, del Tirolo e di Salisburgo, nonché le province di Trento, Sondrio e Belluno.
Secondo l’Astat, la struttura ricettiva nelle regioni alpine oggetto dello studio è costituita da quasi 20.000 esercizi alberghieri per un totale di oltre 804.000 posti letto. Nel 2014 è calato il numero di esercizi (-1,1%), mentre il numero dei posti letto (-0,3%) è rimasto pressoché stabile. Gli arrivi (oltre 31 milioni) sono aumentati leggermente dello 0,8%, ma i pernottamenti sono calati dell’1,6%.
Quanto alla dimensione delle strutture, dall’anno 2011 si registra la tendenza ad una dimensione media degli esercizi in leggera continua crescita. Nell’ultimo anno si è passati da 41,0 a 41,3 posti letto per esercizio. Le strutture ricettive più grandi si trovano in Trentino e nel cantone Grigioni, dove si contano in media rispettivamente 61,8 e 60,6 posti letto per esercizio. Gli esercizi invece di dimensioni più piccole si trovano in media in Alto Adige (36,6 letti) e in Baviera (36,8 letti).
L’indice di densità ricettiva maggiore si registra in Alto Adige, con 20,4 posti letto per km². Sopra la media di 12,2 letti per km² si trovano anche i länder austriaci Salisburgo (17,0), Tirolo (15,9), Vorarlberg (14,8) e il Trentino (15,0).
Nel territorio alpino preso in considerazione dall’Astat si è verificato un leggero aumento degli arrivi pari allo 0,8% e un calo invece delle presenze dell’1,6%. Nel cantone San Gallo gli arrivi sono cresciuti del 4,0%, mentre le presenze solo dello 0,7%. Nello stesso cantone l’anno precedente si erano invece registrate contrazioni sia negli arrivi che nei pernottamenti. In tutte le altre regioni, il numero di presenze è calato nell’anno 2014. Anche nel cantone svizzero Ticino, che nel 2013 ha segnato una particolare crescita sia negli arrivi che nelle presenze, subisce cali negli arrivi (-3,5%) e nelle presenze (-3,8%). Stessa dinamica nella provincia di Belluno: calano gli arrivi (-3,2%) e i pernottamenti (-3,9%).
La permanenza media dei turisti nelle regioni alpine è di 3,7 giorni. Superiore al valore medio è la durata del soggiorno in Alto Adige (4,4 giorni), in Trentino (4,2 giorni) e in Tirolo (4,1 giorni). L’indice di intensità turistica, che tiene conto della popolazione residente nella località e del numero dei pernottamenti, colloca il Tirolo e l’Alto Adige nelle prime posizioni, con rispettivamente 12,2 e 11,8 presenze giornaliere ogni 100 abitanti. L’analisi per gli anni 2002-2014 delle presenze mostra andamenti differenti per le singole regioni alpine. Salisburgo evidenzia dal 2002 un andamento in continua e sensibile crescita, con una leggera caduta nell’anno 2009. Superiore al valore medio si segnalano anche il Vorarlberg e l’Alto Adige, pur registrando una diminuzione nel 2014. Trentino e Tirolo mostrano un andamento in media. Nelle altre zone alpine la tendenza è altalenante. Da quattro anni, Belluno e Sondrio stanno progressivamente perdendo presenze.
Osservando le presenze stagionali, si nota un calo medio del 2,2% del turismo invernale e dell’1,1% di quello estivo. Si registra in particolare una crescita della presenza estiva nel 2014 in quattro delle regioni considerate nell’analisi: la più significativa nel cantone di San Gallo (+3,9%), seguono Salisburgo (+1,8%), Tirolo (+1,4%) e Vorarlberg (+0,9%). Per San Gallo, gli aumenti delle presenze estive (+3,9%) compensano il calo delle presenze invernali (-3,2%). Aumentano le presenze per il turismo invernale soltanto a Sondrio (+4,8%) e in Trentino (+3,1%). Nel resto delle regioni si rilevano per l’inverno valori negativi.
Considerando i principali mercati emerge che il mercato domestico svolge un ruolo di primaria importanza per la domanda turistica. Ciò vale in particolare per la Baviera con l’83,6% di turisti germanici. Anche per i cantoni svizzeri più della metà degli ospiti proviene dalla Svizzera. Le aree austriache e l’Alto Adige invece ospitano soprattutto turisti provenienti dalla Germania.
Quanto all’equilibrio fra offerta ricettiva e domanda turistica, nel 2014 i letti offerti nelle regioni alpine analizzate sono stati utilizzati al 39,0%, passando dal 24,5% di Belluno al 43,7% a Tirolo. A causa della forte stagionalità, tipica del turismo alpino, il potenziale ricettivo non risulta quindi completamente sfruttato.
Confrontando il livello degli indicatori analizzati rispetto al valore medio per le diverse regioni alpine, si nota che Alto Adige, Tirolo e Salisburgo con una densità ricettiva, intensità turistica e utilizzazione dei posti letto superiori alla media hanno la performance migliore; San Gallo, Sondrio e Belluno di contro, con una utilizzazione dei posti letto, densità ricettiva e intensità turistica inferiori alla media hanno un rendimento inferiore.