«Amburgo valuti violazione diritto internazionale e diritti umani»

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Marò La torre e Girone

di Sergio Divina

Vicepresidente commissione Difesa del Senato

 

 

Marò La torre e GironeInizia l’arbitrato internazionale della Corte di Amburgo. 

Tardivamente di fronte ad un atteggiamento della giustizia indiana inconcludente, farraginoso e succube di pressioni politiche prima locali e poi nazionali. Tutto ciò di fronte ad una palese violazione del diritto internazionale ed anche dei diritti umani che vengono sbandierati ai quattro venti quando si tratta di annunci e invece spesso sono disattesi in parte o totalmente quando si tratta di applicarli.

Il punto è che una persona accusata di aver commesso un reato ha diritto di essere giudicata in tempi ragionevoli dal suo giudice naturale. È il caso dei due fucilieri di marina del San Marco. Non si tratta di affermare che siano colpevoli o innocenti. Si tratta di affermare che hanno il diritto di essere giudicati.

divina sergio sorrisoE da chi? Da un collegio giudicante in territorio italiano e non da altri e men che meno in India. Semplicemente perché l’episodio di cui sono accusati è avvenuto quando la nave “Enrica Lexie” si trovava inconfutabilmente in acque internazionali (come rilevato dalle apparecchiature) e poiché batteva bandiera italiana, essa era territorio italiano.

Dunque, giudice italiano: su questo punto il diritto marittimo internazionale è chiarissimo. Le Autorità politiche indiane erano e sono di avviso contrario per assecondare l’opinione pubblica locale, in primis quella dello Stato del Kerala e poi quella nazionale con il montare del caso. Il tira e molla indiano è stato inaccettabile e ha palesato la consueta debolezza italiana, sia politica che gestionale.

A questo riguardo, è semplicemente disdicevole e duole ricordare che per ottenere un nulla di fatto l’Italia ha sostenuto fino ad oggi costi legali per oltre 5 milioni di euro! E non è finita, perché la Corte di Amburgo non emetterà un verdetto di assoluzione o di colpevolezza ma si limiterà a sentenziare dove si dovrà svolgere il processo! Tempi ancora lunghissimi qiindi.

Cosa si sarebbe dovuto fare da parte italiana? Semplicemente quando i due fucilieri erano tornati in Italia in licenza, un Giudice italiano competente avrebbe dovuto avocare a se il diritto / dovere di giudicarli. Il Governo in carica di quel momento in ogni caso, in forza del diritto internazionale aveva il sacrosanto dovere di non rimandarli in India. Anche perché, cosi facendo, come ahimè ha fatto, (l’unico a ben comportarsi è stato l’allora ministro degli Affari esteri, Ambasciatore Terzi, insieme a qualche voce parlamentare) ha violato la nostra Costituzione che vieta qualsiasi estradizione verso quei paesi che applicano sentenze di pena di morte: i due Marò, come ampiamente riportato anche da organi di stampa italiani e indiani, rischiano tale pena, se giudicati in India! È semplicemente orrendo che il Governo del paese che ha dato i natali a Cesare Beccaria si sia comportato in questo modo!

Non sarà mai sufficiente deprecare e provare un senso di distacco per il comportamento pusillanime e colpevole del Presidente Monti in violazione del fondamentale diritto alla vita solennemente sancito dalla nostra Costituzione! 

La cosa più assurda è che il Governo per giustificare l’improvvido trasferimento in India di La Torre e Girone, abbia citato il proprio impegno a rimandarli in India sottoscritto con un documento, vuoto di significato per i predetti motivi costituzionali, che coprivano invece indicibili interessi industriali per altro disattesi successivamente da parte indiana.

Il Governo indiano da par sua ha violato, con il blocco della libertà di movimento del nostro Ambasciatore, l’immunità diplomatica che rappresenta un fondamentale pilastro dei rapporti internazionali senza che l’Italia, come avrebbe dovuto, strepitasse e facesse il diavolo a quattro in tutti i Fori internazionali! 

Il caso dei nostri due fucilieri di Marina è dunque un compendio di diritti internazionali e umani violati, la cui gravità non è stata percepita compiutamente dalla nostra pubblica opinione forse distratta dalle varie strumentalizzazioni che di volta in volta hanno accentuato solo alcuni aspetti della intera questione.

Purtroppo, al momento, questa vicenda che rappresenta una tragedia per i due fucilieri e per le loro famiglie ma anche per l’intero popolo italiano, è ancora lontana da una corretta e legittima soluzione.