Infondato l’allarme sulla nuova “tassa sui condizionatori” lanciato da Federconsumatori e Adusbef

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Pellegrin: «si tratta solo di nuove e diverse regole sull’introduzione di un libretto di impianto per i condizionatori che non coinvolgono pero i 1.160.000 impianti in possesso delle famiglie venete»

 

condizionatore fisso telecomando«La notizia di un’imposta di 200 euro sui condizionatori domestici rientra a pieno titolo nel genere “bufale estive” destinate a suscitare però sgomento fra le famiglie. Federconsumatori e Adusbef, che per prime hanno lanciato l’allarme, cavalcato poi anche da importanti personaggi politici che hanno fatto rimbalzare la notizia sui social, sarebbe opportuno che si confrontassero di più e soprattutto preventivamente con le organizzazioni di rappresentanza come la Confartigianato prima di lanciare inutili allarmismi» sbotta Maurizio Pellegrin, presidente degli installatori di impianti di Confartigianato Imprese Veneto che, rivolgendosi alle famiglie sottolinea come «nessuna tassa è in arrivo. Il limite dei 12 kW fa sì che a essere interessati ai controlli, e quindi al pagamento del costo necessario a effettuarli, siano impianti di condizionamento molto grandi, relativi ad esempio ad impianti industriali, condomini o gruppi di uffici, e non certo quelli nella disponibilità di una singola famiglia che nella stragrande maggioranza dei casi addirittura può disporre di potenze installate negli appartamenti limitate ai 3 kW».

«La notizia – spiega Pellegrin – è il frutto di uno strafalcione nell’interpretazione della norma. All’origine della tassa non c’è un nuovo provvedimento del governo, ma la conosciuta direttiva europea l2002/91/CE, recepita il 15 ottobre di quest’anno con il DM 20/6/2014». Tale decreto è quello con cui il Ministro dello sviluppo economico ha firmato il provvedimento che fissa al 15 ottobre 2014 la scadenza entro la quale il libretto di impianto per la climatizzazione e il rapporto di controllo di efficienza energetica sugli  impianti termici di climatizzazione invernale ed estiva, siano conformi ai modelli di cui al DM 10 febbraio 2014 del ministro dello Sviluppo economico.

«I 200-300 euro di cui parlano i giornali – sottolinea Pellegrin – è quindi la cifra che i manutentori certificati potranno chiedere per i controlli obbligatori sull’efficienza. Questi, vanno effettuati periodicamente – ogni 4 anni salvo diverse disposizioni regionali – e soltanto per gli impianti “di potenza termica utile nominale superiore ai 12 kW”, cioè impianti di medie-grosse dimensioni, non ad esempio i comuni condizionatori da casa in grado di refrigerare un soggiorno o una camera da letto».