Istat, Italia ancora in affanno per la ripresa dell’economia

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disoccupati manifestazioneAd aprile cresce nuovamente la disoccupazione. Fiducia delle imprese in rialzo grazie all’andamento dell’export, mentre langue il mercato interno

L’indicatore sull’economia italiana elaborato dall’Istat è risultato positivo per il quarto mese consecutivo sulla scia delle esportazioni, dell’attività produttiva industriale e della fiducia delle imprese. Ma nonostante il miglioramento delle prospettive il mercato del lavoro non ha ancora presentato miglioramenti significativi nei primi mesi dell’anno. E’ quanto emerge dalla nota mensile sull’andamento dell’economia nazionale dell’Istat.

Sul fronte dei consumi, rileva l’Istituto di Statistica, «le indicazioni disponibili per i primi mesi del 2015 suggeriscono il proseguimento del moderato recupero» mentre tra dicembre 2014 e febbraio 2015, l`indice delle vendite al dettaglio ha registrato un +0,1% rispetto al trimestre precedente. L’attività industriale ha mostrato un +0,6% a febbraio su base congiunturale cui hanno concorso sia i beni strumentali (+1,1%) sia l`energia (+3,6%). Nel comparto della trasformazione industriale, tuttavia, la produzione è risultata stazionaria per i beni di consumo e in leggera caduta per i beni intermedi (-0,4%). Nello stesso periodo l’indice di produzione delle costruzioni ha registrato una contrazione (-1,2% il calo congiunturale). Tuttavia, nel periodo dicembre 2014-febbraio 2015 l’attività produttiva è risultata in crescita dell’1,2% rispetto ai tre mesi precedenti. In aprile, secondo le indagini sul clima di fiducia delle imprese, le prospettive di breve termine della manifattura si sono stabilizzate sui livelli di marzo. Nello stesso periodo, anche il clima di fiducia ha mostrato una sostanziale stabilità (+0,4 punti su marzo).

I dati diffusi dall’Istat sull’andamento del mercato del lavoro in marzo sono «negativi» ma «non spengono l’ottimismo» visto che «contrastano con altre indicazioni, leggermente più favorevoli, provenienti dal fronte dei consumi, della produzione e della fiducia, quest`ultima su livelli elevati nonostante la piccola riduzione di aprile». Così commenta Confcommercio secondo cui «le misurazioni ufficiali, che restituiscono il trend dell’occupazione mediante un’operazione di filtro statistico sulle serie grezze, indicano, in via provvisoria, una flessione di 59.000 occupati rispetto a febbraio e di 70.000 rispetto a marzo 2014. Guardando al primo trimestre nel complesso, i dati però, sono ancora positivi rispetto allo stesso periodo del 2014 (+48.000 occupati in media, che diventano 94.000 se il confronto si fa sul dato grezzo)». Per Confcommercio «il ricorso alla cassa integrazione appare in costante, sebbene moderata, riduzione da almeno sei mesi e le indicazioni provenienti dalle comunicazioni obbligatorie, che pure necessitano di specifiche interpretazioni, suggeriscono una prevalenza delle attivazioni sulle cessazioni». «Nel complesso – conclude Confcommercio – anche se la ripresa è ancora debole, restano intatte le buone prospettive per il 2015. E` però probabile che all`intensificarsi della crescita misurata sul Pil non corrisponderà un immediato sviluppo del numero di occupati, suggerendo l`opportunità di intensificare gli sforzi nel processo di riforma in generale e di completamento del Jobs Act in particolare».

Secondo paolo Mameli , responsabile della direzione studi e ricerche di Intesa Sanpaolo, «i dati sull’inflazione ad aprile hanno mostrato prezzi al consumo in salita più del previsto, di 0,3% mese su mese secondo l’indice nazionale e 0,5% mese su mese in base all’armonizzato Ue. L’inflazione annua è risultata pari a zero su entrambi gli indici (in salita di un decimo sul NIC, stabile sull’IAPC). L’aumento è dovuto ai rincari di ben 1,7% mese su mese per alberghi e ristoranti e di 0,6% mese su mese per le spese per il tempo libero (per via della Pasqua nel mese), oltre che di 0,5% mese su mese per i trasporti (sui quali, oltre alle festività pasquali, ha inciso l’ulteriore risalita dei prezzi dei carburanti). Viceversa, sono calati i prezzi delle comunicazioni (-0,6% mese su mese per il secondo mese consecutivo) e delle spese per la casa (-0,5% mese su mese, grazie al calo delle tariffe di luce e gas)».

Secondo l’ufficio studi di banca Intesa Sanpaolo, «in sintesi, la maggior parte dei rincari sono di natura stagionale e legati alle festività pasquali. Tuttavia, il dato conferma che il punto di minimo per l’inflazione è alle spalle (è stato toccato a gennaio, a -0,6% sul NIC e -0,5% sull’armonizzato) e pertanto i rischi di deflazione si confermano in calo. Stimiamo un CPI circa stabile in un intorno dello zero nei prossimi mesi, in attesa di rimbalzare solo nei mesi autunnali. In media d’anno l’inflazione nel 2015 dovrebbe risultare molto simile a quella vista l’anno scorso (0,2%). Il CPI è atteso tornare sopra l’1% solo l’anno prossimo».

Preoccupante il tasso di disoccupazione, aumentato a sorpresa per il secondo mese consecutivo a marzo, dopo il calo che aveva caratterizzato i due mesi precedenti. Il tasso dei senza-lavoro è arrivato al 13% dal 12,7% di febbraio, ritornando molto vicino al massimo storico di 13,2% toccato lo scorso novembre. L’aumento di tre decimi è interamente dovuto alla diminuzione degli occupati (-0,3% mese su mese), che sono calati di oltre 50.000 unità per il secondo mese consecutivo. Di conseguenza il tasso di occupazione è sceso di due decimi al 55,5%, riavvicinandosi al minimo storico di 55,3% toccato a settembre 2013. Il tasso di disoccupazione giovanile (nella fascia d’età 15-24 anni) è salito per il terzo mese consecutivo, a 43,1% dal 42,8% precedente. Anche in questo caso il livello torna vicino al record di 43,5% toccato in marzo e agosto dell’anno scorso.