Liquidazione fine rapporto: fino a 7 anni di attesa per i dipendenti pubblici

Protesta delle organizzazioni sindacali. Cida: «i dirigenti la categoria più penalizzata per via degli importi maggiori che subiscono una forte perdita di potere d’acquisto».

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Liquidazione fine rapporto rivalutazione del Tfr

Protesta delle organizzazioni sindacali. Cida: «i dirigenti la categoria più penalizzata per via degli importi maggiori che subiscono una forte perdita di potere d’acquisto».

Basta con “l’ingiustizia” sulla liquidazione fine rapporto di lavoro per i dipendenti pubblici, che possono arrivare a dover aspettare fino a sette anni per ottenerla. Una «discriminazione» a tutti gli effetti rispetto ai lavoratori del settore privato. Sette sigle sindacali – oltre la Triplice, Cgs, Cse, Cosmed, Cida e Codirprilanciano il pressing a governo e parlamento per superare una disparità che ritengono non più giustificabile e che vede «un’inaccettabile sequestro» di risorse ai danni degli statali. Un tema su cui c’è l’attenzione della politica, ma su cui resta il nodo delle coperture.

Il meccanismo attuale prevede che la liquidazione di fine rapporto ai pubblici venga corrisposto dopo 12 mesi se il pensionamento è di vecchiaia, 24 mesi se il pensionamento è anticipato, ma se supera i 50.000 euro scatta la rateizzazione e dunque i tempi si allungano ulteriormente. E il pagamento può addirittura arrivare a 93 mesi nei casi di uscita con “Quota 100-103”. Il provvedimento interessa circa 2 milioni di ex dipendenti pubblici dal 2011 ad oggi.

La Corte costituzionale è intervenuta nel 2023, dichiarando incostituzionale il differimento della liquidazione ai dipendenti pubblici usciti per raggiunti limiti di età o di servizio. Ora i sindacati del lavoro pubblico rilanciano la necessità di una soluzione e calcolano gli effetti del ritardo nel pagamento. In due anni, considerando le cessazioni del 2022 e 2023, sono 2.157 milioni di euro «sottratti» ai lavoratori pubblici a causa del differimento e dell’inflazione, risorse che, sottolineano ancora i sindacati, rappresentano una perdita anche per l’economia del Paese. Un’attesa che inficia pure il potere d’acquisto della liquidazione di fine rapporto che perde valore col passare del tempo: i sindacati stimano una perdita di 11.735 euro su una liquidazione media di 82.400 euro, pari al 14,3% in meno, a causa dell’alta inflazione degli ultimi anni.

Per superare la situazione andrebbero trovate le risorse necessarie, che viaggerebbero intorno ai 3,8 miliardi per anticipare il pagamento delle liquidazioni per l’uscita di vecchiaia da 12 a 3 mesi.

Per il presidente Fp-Cida, Roberto Caruso, «l’attuale sistema colpisce in modo sproporzionato i dirigenti e i professionisti pubblici, ossia quei lavoratori che hanno versato più contributi e garantito il buon funzionamento della macchina statale. Una situazione inaccettabile».

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