Buoni pasto, ANSEB “Con tetto commissioni rischio aumento costi welfare”

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ROMA (ITALPRESS) – “L’introduzione anche nel settore privato di un tetto del 5% alle commissioni pagate dai commercianti agli emittenti di buoni pasto, la cui discussione si apre domani, potrebbe avere conseguenze drammatiche sulla concorrenza, sul settore e anche per i lavoratori”. Lo dichiara Matteo Orlandini presidente di ANSEB (Associazione Nazionale Società Emettitrici Buoni Pasto), in merito al ddl Concorrenza che il 19 novembre va in discussione alla Camera.
“La stessa misura introdotta nel 2022 per i contratti nel settore pubblico ha portato a un aumento dei costi dei buoni pasto per la pubblica amministrazione pari a circa 100 milioni di euro – spiega ANSEB -. La stessa cosa potrebbe succedere nel settore privato dove le aziende riscontrerebbero maggiori costi per almeno un 6% (differenziale tra l’attuale media commissionale dell’11%, calcolata da Fipe, e le future medie), per un importo stimabile in 180 milioni annui, pari a 153 euro l’anno per lavoratore”.
“Questa misura indebolirebbe uno strumento prezioso di welfare per i lavoratori e minerebbe un mercato da 4 miliardi di euro, cresciuto negli ultimi anni sia in termini di digitalizzazione, sia di quantità di operatori attivi nell’offerta di prodotti di welfare a prezzi di mercato – prosegue Orlandini -. Vogliamo continuare ad operare in un mercato libero, per questo diciamo no a misure protezionistiche. Apriamo a una nuova stagione di contrattazione tra privati anche, e soprattutto, a difesa degli interessi dei piccoli esercizi pubblici. Se questa non fosse l’intenzione, almeno si rivedano i tempi di introduzione della misura senza far saltare gli accordi con 150 mila aziende e 170 mila esercenti, obbligando a mettere mano a oltre 300 mila contratti con immediate conseguenze sulla fruibilità dei buoni pasto”, conclude il Presidente di ANSEB.

– Foto IPA Agency –

(ITALPRESS).