Prestiti vessatori ai clienti, la Gran Bretagna assesta una multa da 6,5 ml a Volkswagen

L'autorità britannica di sorveglianza sui mercati finanziari interviene a tutela consumatori vulnerabili. Il problema del caro tassi delle vendite rateali delle case automobilistiche.

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Prestiti vessatori ai clienti Gruppo Volkswagen

Nuova tegola giudiziario-amministrativa sul gruppo Volkswagen, multato nel Regno Unito per un caso di prestiti vessatori ai clienti: l’Autorità britannica di sorveglianza sui mercati finanziari (Fca) ha inflitto una multa da 5,4 milioni di sterline (circa 6,5 milioni di euro) a Volkswagen Financial Services UK, filiale del colosso automobilistico tedesco incaricata di fornire servizi di sostegno per l’acquisto di veicoli a rate.

La pesante multa inflitta a Volkswagen Financial Services UK è dovuta al fatto di «non aver trattato in modo equo i clienti» ritrovatisi «in difficoltà finanziaria» di fronte all’accumularsi degli interessi, tanto da valutarli come prestiti vessatori ai clienti.

L’azienda ha da parte sua accettato di versare risarcimenti aggiuntivi individuali per ben 21,5 milioni di sterline a 110.000 acquirenti vittime secondo Fca di danni imputati «alle negligenze» della società responsabile dei contratti di finanziamento. Indagini simili erano state portate a termine dalla stessa autorità negli ultimi anni contro giganti bancari del Regno Unito, come HSBC, Barclays o Lloyds, sempre in relazione ad accuse su condizioni vessatorie di prestiti o mutui imposte a persone finanziariamente “vulnerabili”.

Stando al dispositivo reso pubblico dalla Fca inglese, le vetture vendute dal gruppo tedesco non vanno considerate alla stregua di beni «di lusso», ma di strumenti «necessari per il lavoro e la vita di famiglia» il cui acquisto avrebbe dovuto essere suggerito – in base alle regole britanniche di tutela dei consumatori – attraverso strumenti «alternativi» rispetto al rischio di finanziamenti particolarmente onerosi per gli utenti meno abbienti.

In un mercato dell’auto europeo sempre più in calo, vuoi per il caro auto – dal 2019 al 2024 i listini sono cresciuti mediamente del 38% – che per l’incertezza normativa, le case automobilistiche stanno tenendo esageratamente alti i tassi d’interesse delle vendite rateali, dalle due alle tre volte e oltre il tasso di sconto europeo ora al 3,25%. Chiedere tassi al 8, 9 e anche al 12% come Taeg non facilita certamente la ripresa del mercato, oltre a riverberarsi negativamente su coloro che acquistano l’auto nuova interamente a rate, magari con un piano finanziario che va oltre i 5 anni.

Accontentarsi di una remunerazione inferiore, anche alla luce del fatto che i grandi gruppi automobilistici hanno condizioni sicuramente privilegiate per l’accesso al credito, sarebbe vantaggioso per tutti, in attesa che i listini delle auto nuove tornino per terra dopo la fuga in orbita.

 

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