L’export nei distretti industriali cresce dell’1,4% nel II trimestre 2024

L'analisi di Intesa Sanpaolo. 70 distretti italiani sono in espansione.

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export nei distretti industriali Digitale ed export

Nel secondo trimestre 2024 l’export dei distretti industriali è tornato a crescere, seppur lievemente, mostrando un aumento tendenziale dell’1,4% a prezzi correnti. Il bilancio dei primi sei mesi dell’anno diviene così di poco positivo, evidenziando un progresso pari al +0,2%. E’ quanto emerge dal Monitor dei distretti industriali elaborato dagli economisti del dipartimento di ricerca di Intesa Sanpaolo.

Il dato complessivo dell’export dei distretti industriali continua a essere influenzato positivamente dal balzo dei flussi dell’oreficeria di Arezzo verso la Turchia spinto dalla forte domanda di oro per contrastare la perdita di potere d’acquisto causata dall’elevata inflazione che ha colpito il paese. Nel secondo trimestre 2024 il numero dei distretti in crescita è tornato a salire, portandosi a quota 70 da 53 del primo trimestre.

A livello settoriale l’industria agro-alimentare ha continuato a crescere, mettendo a segno nel secondo trimestre un aumento tendenziale pari al 6,4%. Sono rimasti in territorio positivo anche i distretti specializzati in beni di consumo della moda (+5,7%), spinti principalmente dall’oreficeria di Arezzo. Gli altri settori, pur non tornando a crescere, hanno evidenziato un’attenuazione se non un azzeramento del calo tendenziale. In particolare, gli elettrodomestici hanno sostanzialmente confermato i livelli toccati nei mesi primaverili del 2023 (+0,2%), mentre le altre specializzazioni del sistema casa, vale a dire prodotti e materiali da costruzione (-0,8%) e mobili (-1,7%), sono riuscite a contenere le riduzioni. Anche per la meccanica è meno negativo (-2%). La metallurgia e intermedi della moda registrano rispettivamente -11,5% e –7,4%.

Tra i distretti in crescita nel secondo trimestre 2024, secondo l’analisi degli economisti di Intesa Sanpaolo, sono presenti più specializzazioni settoriali e più localizzazioni territoriali: oltre all’oreficeria di Arezzo, nella moda spicca un altro polo orafo, Vicenza, e la maglieria e l’abbigliamento di Perugia.

Nell’agro-alimentare si sono messi in evidenza molti distretti, guidati dall’olio toscano e dai dolci di Alba e Cuneo, seguiti da mele dell’Alto Adige, lattiero-caseario parmense, prosecco di Conegliano-Valdobbiadene, olio e pasta del Barese e olio umbro. Nella meccanica le performance migliori sono state conseguite dalla termomeccanica di Padova, dalla meccanica strumentale di Vicenza e dalle macbchine per l’industria cartaria di Lucca.

L’analisi dei mercati di sbocco restituisce una fotografia a luci e ombre. I distretti sono, infatti, riusciti a sfruttare le opportunità di crescita provenienti dai mercati extra-europei. Oltre alla Turchia, va evidenziata l’aumento dei flussi di export negli Stati Uniti (+2,9%) e Medio Oriente (+15,6%), oltre al Brasile (+24,4%), India (+13,2%) e Messico (+7,4%). Al contempo, però, le vendite estere distrettuali hanno sofferto cali in gran parte dei principali mercati europei, con l’eccezione della Spagna (+4,4%). La Svizzera registra una flessione del 38,9%, Germania (-4,4%), Regno Unito (-4,4%) e Francia (-0,8%). Va poi segnalato il calo delle esportazioni in Cina (-5,1%).

 

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