Nel 2023 nel territorio dell’Unione europea le maggiori disparità regionali per i tassi di occupazione sono state osservate in Italia. Lo rileva Eurostat nel nuovo Annuario sulle regioni europee.
Tutti i paesi orientali e baltici multiregionali, così come Danimarca, Irlanda, Spagna e Svezia, hanno segnalato che il loro tasso di occupazione più elevato si trovava nella loro regione capitale. Al contrario, in Belgio, Germania e Austria la situazione era più o meno opposta, poiché le loro regioni capitali hanno registrato alcuni dei tassi di occupazione più bassi.
Diversi paesi Ue affrontano notevoli disparità nel mercato del lavoro tra le regioni, con carenze di manodopera in alcune regioni in contrasto con una disoccupazione persistentemente elevata in altre. Un coefficiente di variazione ponderato per la popolazione fornisce un mezzo per analizzare queste disparità intraregionali.
In generale, nota ancora l’ufficio di statistica europeo, si è verificata una divisione nord-sud. Per quel che riguarda l’Italia segnala Eurostat che la regione alpina dell’Alto Adige ha registrato il tasso di occupazione più elevato (79,6%), mentre le regioni meridionali di Calabria e Campania hanno registrato i tassi più bassi (entrambi 48,4%). Dopo l’Italia, Belgio (8,5%), Romania (7,7%) e Spagna (6,9%) hanno registrato i successivi coefficienti di variazione più elevati per i tassi di occupazione regionali nel 2023.
Tornando all’Alto Adige, da sottolineare come l’alto tasso di occupazione non sia dovuto ad una particolare convenienza del costo del lavoro locale, ma giusto il suo contrario, visto che lì le buste paga per un dipendente sono tra le più alte d’Italia.
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