Assicurazioni, cala il costo dell’Rc auto, forse

Relazione annuale sul comparto dell’Ivass. Aumentano i riscatti delle polizze vita.

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L’inflazione in calo e la prima sforbiciata ai tassi Bce cominciano ad avere effetti anche sui prezzi delle assicurazioni Rc auto che dopo i rincari degli ultimi anni hanno iniziato a rallentare negli ultimi mesi. La buona notizia per i consumatori arriva dalla relazione annuale dell’Autorità per le assicurazioni, l’Ivass, che descrive un settore «complessivamente sereno», dove la dotazione patrimoniale delle imprese «si è consolidata, la redditività è migliorata e la liquidità è divenuta più distesa», superando con successo la crisi di Eurovita, rimasta un caso isolato.

Tutto questo nonostante il rialzo dei tassi degli ultimi anni abbia continuato ad incentivare i riscatti delle polizze vita cresciuti del 63% nel 2023. Dopo dieci anni di cali, dalla seconda metà del 2022 l’inflazione ha spinto verso l’alto i premi delle assicurazioni Rc auto e «alla fine del 2023 i prezzi delle polizze erano cresciuti del 7,9% rispetto a un anno prima. La crescita è proseguita nei primi mesi del 2024, ma sta ora rallentando. A maggio il premio medio è stato pari a 400 euro, un valore che resta, seppure di poco, inferiore a quello dell’anno pre-pandemia. Ci attendiamo che la tendenza al rallentamento prosegua nei prossimi mesi», ha detto il presidente dell’Ivass, Luigi Federico Signorini, presentando la relazione sull’attività del 2023.

In generale, ha spiegato Signorini, la situazione patrimoniale del settore assicurazioni è solida: alla fine del 2023 l’indice di solvibilità delle compagnie italiane era del 258% (+12 punti rispetto al 2022), in linea con la media europea, nonostante le forti oscillazioni dei tassi di interesse. Il risultato di esercizio e il Roe, rispettivamente pari a 8 miliardi di euro e al 10,5%, sono tornati su valori prossimi a quelli pre-pandemici.

Il comparto Vita, che l’anno scorso aveva registrato una leggera perdita, nel 2024 è tornato a produrre un utile significativo. Questo grazie anche alla deroga concessa di nuovo dal Mef che ha consentito alle assicurazioni di sterilizzare temporaneamente 7 miliardi di euro di minusvalenze latenti nel portafoglio investimenti, per la gran parte nel ramo Vita. Sul ramo ha poi continuato ad influire il rialzo dei tassi, che anche nel 2023 ha incentivato i riscatti delle polizze Vita, cresciuti del 63%, mentre la raccolta premi è diminuita del 3% circa. I riscatti hanno acceso il faro sulla liquidità e, anche su spinta dell’Ivass, le compagnie hanno messo in campo soluzioni efficaci.

Tuttavia, ha sottolineato Signorini, «l’esperienza degli ultimi due anni ha messo in evidenza i rischi connessi ad alcuni modelli di business Vita. In presenza di rendimenti garantiti e facoltà di riscatto senza penalità, non possono che crearsi tensioni quando mutano le condizioni di mercato. Servono correttivi e le compagnie dovranno ripensare l’offerta di prodotti, calibrando meglio la struttura delle garanzie offerte, i connotati di liquidità delle polizze, gli incentivi ai distributori».

Tra le sfide strategiche per l’Ivass c’è il cambiamento climatico. Signorini ha ricordato che la Legge di bilancio 2024 ha introdotto, per le imprese, l’obbligo di stipulare una polizza assicurativa a copertura dei danni relativi a immobilizzazioni materiali cagionati da sismi, alluvioni, frane, inondazioni ed esondazioni. «Lo schema da mettere in piedi deve essere sostenibile per le compagnie assicurative ed efficiente per le aziende assicurate – afferma Signorini -. I prodotti assicurativi dovranno essere semplici, chiari e trasparenti sull’estensione delle coperture e su eventuali esclusioni e limitazioni. Bisognerà porre attenzione alla tempestività e congruità degli indennizzi».

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