Il 2024 non parte bene per l’economia italiana: il nuovo indice Rtt lanciato dal Centro studi di Confindustria registra un avvio d’anno in calo, sulla spinta negativa che arriva dalle costruzioni e che fa seguito al balzo di fine 2023 legato alla fine degli incentivi, Superbonus in testa.
II 2023, intanto, archivia il fatturato dell’industria con una flessione dello 0,5%, come rileva l’Istat, e il fatturato dei servizi ancora in crescita ma ad un ritmo meno sostenuto (+3,9%): dati che in entrambi i casi lasciano alle spalle gli incrementi a doppia cifra dei due anni precedenti.
L’indagine del Csc prefigura un avvio in salita per l’attività economica. L’indice Rtt (Real time turnover) parte dall’elaborazione dei dati (anonimi) di fatturazione elettronica delle imprese e punta ad anticipare l’andamento dell’economia: a gennaio registra «una moderata flessione del fatturato a prezzi costanti delle imprese, pari a -0,4%» dopo il +1,6% di dicembre. Il calo complessivo – spiegano gli economisti di via dell’Astronomia – è dovuto alle costruzioni, a fronte di dati positivi per servizi e industria. L’indice indica, quindi, che il primo trimestre del 2024 si apre «in calo, riducendo il trascinamento positivo, già piuttosto contenuto, ereditato dal 2023».
Al di là del settore delle costruzioni, dove l’indice Rtt di Confindustria a gennaio mostra un calo marcato, per i servizi e anche per l’industria registra un forte aumento. Una prospettiva su cui scommettono le imprese, grandi e piccole, ed i consumatori, dopo la performance negativa del settore industriale e soprattutto per il manifatturiero nel 2023, su cui pure ha pesato l’inflazione e il calo delle vendite sul mercato interno. In controtendenza all’andamento generale cresce il fatturato dell’industria alimentare che fa registrare nel 2023 un aumento del 6,7% rispetto all’anno prima.
Non va così, però, per tutti i settori e per tutti i Paesi. A gennaio, il commercio con l’estero ed in particolare con i Paesi extra Ue arranca. L’Istat stima una riduzione su base mensile sia per le importazioni (-8,7%) sia per le esportazioni (-4,5%). Su base annua, l’export cala invece dell’1,2% e l’import del 19,4% principalmente per la riduzione degli acquisti di energia.
Guardando gli scambi, secondo Confindustria balza la contrazione su base annua dell’export verso la Cina (-46,2%), effetto del confronto con gennaio 2023, quando si registrò un aumento eccezionale dell’export di prodotti farmaceutici verso il Paese. Sul lato import, le riduzioni più marcate riguardano gli acquisti da Russia (-79,6%). Il saldo commerciale con i paesi extra Ue27, a inizio 2024, risulta positivo per 2,9 miliardi (era -1,4 miliardi nel gennaio del 2023) e cala il deficit energetico.
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