Produzione industriale in frenata in Italia e Germania e calano le compravendite di case

L’andamento dell’economia continua la frenata in tutta l’Eurozona.

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L’economia dell’Eurozona si raffredda e si allungano nuove ombre che fanno riaffacciare lo spettro di una recessione complice la produzione industriale in frenata in Italia e Germania, oltre al calo delle compravenditedi case complice il caro denaro.

La serie di ultimi dati macroeconomici europei rivela un deterioramento più marcato del previsto imprimendoalla Bce un’accelerazione della strategia di rientro dal ciclo rialzista dei tassi per allentare la morsa sull’attivitàeconomica che rischia di andare oltre l’atteso rallentamento.

A preoccupare di più è l’inaspettata frenata della locomotiva tedesca. In Germania la produzione industriale è diminuita per il quinto mese consecutivo facendo registrare a ottobre una flessione dello 0,4%, rispetto al mese precedente, assestandosi al livello più basso da agosto 2020 con un dato in controtendenza rispetto alle stimedegli analisti che puntavano su un aumento dello 0,2%. Nel periodo agosto-ottobre 2023 la produzione è stata inferiore dell’1,9% rispetto ai tre mesi precedenti.

In Italia la produzione industriale è diminuita dello 0,2% rispetto a settembre e dell’1,1% su base tendenziale confermando un andamento negativo che vede nei primi 10 mesi di quest’anno un ribasso del 2,5% rispetto allo stesso periodo del 2022 con una riduzione del 3,5% per i beni di consumo.

Segnali di indebolimento che si aggiungono ai numeri negativi già registrati a inizio settimana da Francia e Spagna e che corroborano la contrazione del Pil dell’Eurozona. Nel terzo trimestre si è registrato un -0,1% dopo il +0,1% del secondo trimestre. Rispetto allo stesso trimestre del 2022, il Pil è rimasto stabile dopo aver fatto registrare +0,6% nell’area euro. In Italia, il Pil segna una crescita dello 0,1% su trimestre, in linea con quanto già certificato dall’Istat che aveva confermato a +0,7% la crescita acquisita per il 2023.

In Italia la frenata dell’economia si estende alle compravendite immobiliari, complice il caro denaro e le maggiori difficoltà di accesso ai mutui. Nel terzo trimestre del 2023 secondo l’ultima pubblicazione dell’Agenzia delle entrate hanno cambiato proprietario 157.000 abitazioni, circa 18.000 in meno rispetto allo stesso periodo del 2022 con un calo del 10,4%. (-10,4%). La riduzione conferma l’andamento registrato nell’anno e segue il calo del 16% tendenziale registrato nel secondo trimestre.

I volumi di scambio delle abitazioni mostrano un calo accentuato diffuso nell’intero Paese più accentuato però nel NordEst (le vendite segnano -12,9%) e nel Centro (-12,6%) rispetto alle altre aree. Nel complesso soffrono di più le città non capoluogo (-10,8%) dei capoluoghi (-9,5%), ma Firenze e Roma tra le città mostrano i cali tendenziali maggiori (-17,9% e -13% rispettivamente.)

L’Agenzia delle Entrate segnala che solo il 41% delle abitazioni è stato acquistato ricorrendo a un mutuo ipotecario a fronte del 50% registrato nello stesso periodo dell’anno scorso. Secondo un sondaggio sugli agenti immobiliari riportato nella pubblicazione, sale al 34,4% la quota di operatori che segnalano difficoltà nel reperimento del mutuo da parte degli acquirenti, il valore più alto dalla fine del 2014.

La diminuzione degli scambi – spiega l’Agenzia – coinvolge inoltre le case di tutte le dimensioni e risulta più accentuata al crescere della superficie – e del valore – delle abitazioni. Le vendite di abitazioni fino a 50 metri quadri calano dell’8% mentre si riducono dell’11,9% quelle di case superiori a 145 metri quadri. La superficie media delle abitazioni compravendute in questo trimestre, rispetto al III trimestre 2022, si mantiene prossima a 107 metri quadri.

L’Agenzia segnala nel periodo una flessione delle compravendite per il mercato degli immobili dei settori terziario, commerciale e produttivo. Gli acquisti di uffici subiscono un calo tendenziale del 3%, risultato di più decise diminuzioni di scambi nel Centro (-13,1%) e nel NordOvest (-8,3%) che si contrappongono alla crescitaregistrata per le compravendite al Sud (+19%), nelle Isole, (+4% circa), e nel NordEst (+2% circa). I negozi e i laboratori mostrano un lieve rialzo tendenziale degli scambi, prossimo all’1%, Per gli immobili del settore produttivo, le compravendite calano del 9,1% nel terzo trimestre 2023, con tutte le aree del paese in perdita rispetto al terzo trimestre 2022, ad eccezione del NordEst, dove i volumi aumentano di quasi il 6%.

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