La “feed economy”, ovvero il settore mangimistico, un ambito chiave della filiera alimentare italiana che si ponetra i primi anelli della filiera della produzione zootecnica, vale 127,5 miliardi di euro e coinvolge 891.000 aziende. Il dato è del primo rapporto economico promosso da Assalzoo (Associazione Nazionale tra i Produttori di Alimenti Zootecnici), in collaborazione con l’ente di ricerca indipendente Nomisma.
Il dato è la risultanza della somma tra il giro d’affari della componente agricola dedicata all’alimentazione animale, che con circa 20 miliardi rappresenta il 35% del totale; della produzione alimentare legata alla zootecnica, che con circa 51 miliardi di valore rappresenta il 39% della produzione complessiva; cui si aggiunge la spesa alimentare degli italiani, altri 57 miliardi circa, vale a dire circa il 38% del totale. Si tratta dunque di una catena produttiva che lega la produzione agricola, l’allevamento, la trasformazione industriale e i servizi commerciali.
Questa filiera produttiva viene letta per la prima volta in maniera unitaria dal rapporto Assalzoo-Nomisma, evidenziando come il prodotto finale che arriva sulle tavole del consumatore abbia una stretta connessione con il ruolo fondamentale svolto dalla mangimistica.
«Siamo riusciti ad elaborare una visione complessiva che renda giustizia del ruolo principale svolto dalla mangimistica nella filiera alimentare italiana. Con la “feed economy” siamo finalmente in possesso dello strumento che permette di collegare l’alimentazione zootecnica al consumatore finale. Questo per il nostro settore è un punto di importante consapevolezza, sul quale dobbiamo continuare a lavorare» sottolinea Michele Liverini, vicepresidente Assalzoo.
Il primo rapporto sul settore mangimistico evidenzia l’enorme portata del settore e che è ancora tuttavia incompleto. È intenzione di Assalzoo non fermarsi qui e andare avanti con questo lavoro, includendo nei successivi report anche altre attività che completano l’indotto della filiera: la logistica alimentare, i macchinari e soprattutto i servizi al consumo, come ristorazione, mense, bar e turismo eno-gastronomico.
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