Incentivi imprese: approvata definitivamente la riforma che li ridurrà

Ora sono 2.000, 1.757 delle regioni. Professionisti finalmente equiparati alle imprese per l’accesso ai benefici.

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Incentivi imprese

La Camera ha approvato in via definitiva la riforma organica degli incentivi delle imprese, che prevedrà tra l’altro l’equiparazione anche per i professionisti, finora ingiustamente penalizzati nonostante una precisa norma di legge europea e nazionale.

L’approvazione è arrivata con un larghissimo consenso e senza voti contrari, con 93 astenuti, alla legge delega per il riordino degli incentivi imprenditoriali che ora è una vera e propria giungla con quasi 2.000 tipi di interventi agevolativi, 229 sul piano nazionale e 1.757 a livello regionale.

Ora la parola passa al Governo che dovrà varare i decreti attuativi che realizzeranno anche un registro nazionale degli aiuti di Stato, uno strumento che mira a semplificare ma anche a “disboscare” la stratificazionee le eventuali duplicazioni di aiuti, talvolta incompatibili tra loro.

«La legge delega – ha commentato il ministro per le Imprese, Adolfo Urso – consentirà una profonda revisione organica degli incentivi, con un nuovo sistema delle agevolazioni omogeneo, semplice, funzionale ed efficace, volta a sostenere le imprese e facilitare la loro attività valorizzando la certezza dell’orizzonte temporale e la pluriennalità delle misure, la misurabilità del loro impatto, il coordinamento con gli altri strumenti, la semplificazione e la digitalizzazione delle procedure nell’ambito di un univoco registro nazionale degli aiuti di Stato».

Tra le novità contenute nella nuova legge delega ci sono l’introduzione di un Codice degli incentivi, la definizione di principi e criteri direttivi, la messa a regime della piattaforma telematica www.incentivi.gov e l’individuazione di principi per il coordinamento con gli incentivi regionali che dovranno essere in linea con la politica di coesione europea. L’offerta di aiuti con risorse pubbliche sarà più selettiva rispetto al passato. Le agevolazioni saranno prevalentemente destinate alle aree meno sviluppate del Paese (con un tasso di disoccupazione superiore al 20%), mentre i settori promossi saranno quelli delle tecnologie innovative, dell’intelligenza artificiale, dell’elettronica, dell’informatica, della robotica e automazione, a cui si aggiungeranno gli investimenti nel campo della ricerca per innovazione e sviluppo, della transizione ecologica e della salvaguardia dell’ambiente.

Nella distribuzione degli aiuti viene inoltre aggiunta la necessità di valutare anche le dimensioni di impresa con riferimento alla definizione dell’Unione europea di piccola e media impresa, di piccole imprese a media capitalizzazione e di imprese a media capitalizzazione.

Equiparati infine imprese e professionisti, facendo cessare l’ingiusta e odiosa penalizzazione a carico di quest’ultimi, nonostante la loro parificazione da parte della normativa europea. Nel corso dell’iter al Senato è stato introdotto via emendamento il nuovo principio per cui essere un professionista non preclude la possibilità di ricevere gli stessi incentivi di un’azienda, solo però «ove ne ricorrano i presupposti». La problematicità della differenza di trattamento era emersa soprattutto durante l’emergenza Covid, con l’approvazione dei contributi a fondo perduto per le attività colpite dalle restrizioni inizialmente destinati solo alle imprese.

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