Alluvione in Emilia Romagna: i danni denunciati dagli enti locali sono ridotti

Rispetto alle prime stime fatte dal presidente della regione Stefano Bonaccini di oltre 9 miliardi, il consuntivo parla di poco più di 42,5 milioni di euro.

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Alluvione in Emilia Romagna

A volte i miracoli esistono e a farli non è una realtà sovrannaturale, ma gli amministratori pubblici che, a seguito dell’alluvione in Emilia Romagna qualche mese fa, a consuntivo hanno stilato al commissario Francesco Paolo Figliuolo un totale danni per gli enti locali decisamente più basso di quello vaticinato a caldo dal presidente della Regione, il Dem Stefano Bonaccini, che (stra)parlava di danni miliardari come se piovesse.

A caldo, Bonaccini affermava che servivano 4,3 miliardi per le opere pubbliche che crescevano fino a 8,8 miliardi comprendendo anche gli indennizzi per i privati. Un Bonaccini che ogni due per tre parlava della necessità di agire subito, criticava l’immobilismo del governo Meloni (nonostante avesse stanziato pronta cassa 2 miliardi di euro, di cui 876 milioni immediatamente disponibili dal commissario) e amenità di questo genere. Forse nella speranza, inizialmente cullata, che fosse proprio il presidente della regione a gestire la ricostruzionecosì come accaduto in occasione del terremoto dell’Emila del 2012. Ma così non è stato.

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Il governo Meloni, dinanzi alla famelicità di miliardi pubblici del commissario in pectore, ha preferito andare sul sicuro, assegnando la gestione della ricostruzione post alluvione in Emilia Romagna ad un esperto sperimentato già sul campo nella gestione fallimentare della pandemia da Covid del duo Conte-Speranza, che si è messo all’opera senza fare tante ciance.

E il lavoro certosino di Figiuolo ha portato a risultati miracolosi, con i danni a consuntivo degli enti localirichiesti al commissario si sono sgonfiati come un sufflè, passando dai vaticinati 4,2 miliardi di Bonaccini ad una molto più realistica cifra di 42.526.370,37 euro. Circa l’uno per cento della somma inizialmente proposta. Davvero non male.

Probabilmente, già che c’era Bonaccini in cuor suo accarezzava la possibilità di utilizzare la ricostruzione post alluvione come trampolino per un seggio all’Europarlamento nel giugno 2024, tendendo a largheggiare un pochino. Non sia mai di negare a qualche amministratore amico o compagno la possibilità di utilizzare la ricostruzione come un tram per fare anche qualche altro lavoretto, cosa utile per favorire le comparsate taglia nastro inaugurali, magari concentrate con scientifica precisione proprio nel periodo antecedente all’appuntamento elettorale europeo. Però, le cose sono andate diversamente. Grazie commissario Figliuolo.

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