“Manovra Renzi”, ecco gli effetti sulle aziende

0
368
Matteo Renzi 6 1
Matteo Renzi 6 1La Cgia calcola i risparmi dovuti al taglio dell’Irap e alle bollette dell’energia

Gli effetti della “Manovra Renzi” iniziano ad essere calcolati nei loro possibili effetti dalla Cgia di Mestre, ben sapendo che da qui alla loro materiale approvazione passeranno ancora settimane e, probabilmente, anche qualche “pesante” modifica da parte del Parlamento.

Secondo l’ufficio studi degli artigiani mestrini, la riduzione del 10% dell’Irap garantirà per ciascuna azienda italiana un vantaggio economico medio annuo pari a 792 euro. Il taglio farà risparmiare 2,4 miliardi di euro al mondo delle imprese italiane sottoposte all’Irap che, secondo le stime della Cgia, ammonta a poco più di 4 milioni e mezzo di contribuenti.

Il vantaggio maggiore andrà alle società di capitali: quest’ultime potranno beneficiare di un risparmio di imposta medio annuo di 2.883 euro. Alle società di persone l’alleggerimento si attesterà attorno ai 334 euro, mentre alle ditte individuali il taglio sarà di 144 euro.

«E’ una notizia positiva – commenta il segretario della Cgia Giuseppe Bortolussi – grazie a questa misura oltre 4 milioni e mezzo di aziende saranno interessate da questa riduzione di imposta. Le più beneficiate, chiaramente, saranno le attività con il maggior numero di dipendenti, ma anche quei lavoratori autonomi che svolgono la propria attività senza alcun collaboratore potranno godere di una leggera contrazione d’imposta».

Con il taglio del 10% del costo dell’energia elettrica previsto dal pacchetto di misure presentato dal Governo Renzi, una piccola impresa manifatturiera risparmierà 8.400 euro all’anno. Il taglio dei costi è stato realizzato sulla base dei prezzi applicati in Italia nel primo semestre del 2013 e riferiti a un’azienda con un consumo medio annuo di 500 mWh. Si tenga presente che con un consumo medio come quello appena citato, al netto dello “sconto” previsto dal Governo Renzi, il costo medio annuo che grava su questa attività è pari a 84.000 euro, ben 20.550 euro in più rispetto alla media dei Paesi dell’area dell’euro.

«E’ un taglio importante – commenta Bortolussi– che sommandosi alla riduzione dell’Irap, allo sblocco dei debiti della pubblica amministrazione, all’aumento di 500 milioni di euro del fondo contro il “credit crunch” mette finalmente gli interessi delle imprese al centro dell’attenzione. Certo, tutto ciò non basta, comunque è un ottimo segnale che ci consente di dire che probabilmente la politica ha cambiato atteggiamento nei confronti dell’ impresa».

Nonostante lo sconto renziano previsto a partire dal prossimo mese di maggio, il differenziale del costo energetico con i Paesi dell’area dell’euro rimarrà ancora molto alto. Una Pmi italiana pagherà mediamente 12.150 euro in più all’anno di un’azienda concorrente ubicata in uno dei Paesi dell’area dell’euro.