Bene la produzione “Made in Germany”. Male il gruppo Fiat che riduce ulteriormente le quote di mercato. Aumenta il costo di gestione dell’automobile
I dati diffusi sul mercato dell’automobile registrano un forte calo del -3% in Europa. Un andamento di certo non aiutato dal forte aumento dei costi relativi al mantenimento di un’automobile, cresciuti in maniera incredibile nel corso del 2011. Questo si può definire, infatti, un vero e proprio “anno nero” per gli automobilisti e per le stesse case automobilistiche, dove però per alcune la crisi è stata leggera o non esistente affatto. In un mercato europeo in calo, la contrazione più forte si registra proprio in Italia (-9,2% in novembre e -10,6% nei primi undici mesi), con la prospettiva, secondo quanto evidenzia il centro studi Promotor, “di chiudere il 2011 con 1.750.000 immatricolazioni (il livello più basso degli ultimi 14 anni), mentre per il 2012, in mancanza di un incisivo intervento del governo per sostenere l’economia reale, la previsione è che le immatricolazioni possano scendere ben al di sotto della soglia psicologica di 1.700.000 unità”.
Più contenute, rileva l’indagine Promotor, le perdite nella pattuglia dei cinque paesi con i maggiori mercati: -7,7% in Francia, -6,4% in Spagna e -4,2% nel Regno Unito, mentre il mercato tedesco, che aveva iniziato il 2011 in forte sviluppo, a novembre cresce soltanto del 2,6%. Eclatante il dato del Portogallo, realtà in forte crisi economica, dove il mercato dell’auto si è praticamente dimezzato nel corso dell’anno con un -48,8%. Nel complesso, i cinque maggiori mercati dell’area Ue più Efta fanno segnare a novembre un calo del 3,9% e del 2,3% da gennaio a novembre. Leggermente meglio vanno i 25 mercati minori, con un calo più contenuto dello 0,5% a novembre. “Vi sono infatti forti crescite in paesi in cui il processo di motorizzazione di massa è decollato soltanto recentemente (gennaio-novembre: Lettonia +82%, Estonia +75%, Lituania +71%, Bulgaria +24%), mentre nei mercati avanzati si registrano crescite contenute o cali”, segnala Promotor. Tuttavia, questi mercati, per quanto in attivo, non rappresentano che il 28% delle immatricolazioni nell’area Ue. Il che spiega la ragione per cui il bilancio dell’intera zona, nel complesso, chiuda in perdita l’anno in corso, con una riduzione delle vendite all’1,1% rispetto al 2010. “In mancanza di politiche europee di sostegno all’economia reale – conclude Promotor – le ripercussioni saranno rilevanti per il mercato automobilistico del continente anche nel 2012, e ciò mentre nel mondo continua la crescita dell’auto nei mercati emergenti che, per la verità, sono ormai da tempo emersi”.
Per quanto riguarda i marchi, per alcuni il 2011 si chiuderà con forti soddisfazioni: a novembre in testa è sempre Volkswagen con 135.580 immatricolazioni (+13,1%), seconda si conferma Renault a 88.433 (-2,7%) e terza Ford a 80.823 (-5,5%). Seguono Opel (-10,7%) e le francesi Peugeot (-18,9%) e Citroen (-6%). Audi (marchio di lusso del Gruppo Volkswagen) è in settima posizione (+9,4%), seguita da Bmw (-2,8%), Fiat che si attesta al nono posto (-16,3%), e Mercedes (-7,2%) decima. Clamoroso il dato del gruppo Fiat, che paga la presenza sul mercato di una gamma di prodotto ridotta e sempre più dipendente dal prodotto Chrysler.
Il gruppo automobilistico Volkswagen ha già fatto segnare un nuovo record annuo di vendite: tra gennaio e novembre i nove marchi del gruppo hanno piazzato sul mercato internazionale 7,51 milioni di autovetture, il 13,9% in più rispetto allo stesso periodo del 2010. Con un mese d’anticipo sulla fine del 2011, Volkswagen ha già superato il record di 7,3 milioni di vetture vendute nel 2010, con la prospettiva di superare il tetto degli otto milioni. “’Siamo sulla strada buona. L’obiettivo è a portata di mano”, ha detto in proposito il presidente del settore vendite Christian Klinger, secondo cui Volkswagen punta a raggiungere i 10 milioni di auto vendute entro il 2018.
Per Gianni Filipponi, direttore generale Unrae, l’Associazione delle Case estere presenti in Italia, l’andamento del mercato dell’auto in Europa, “è caratterizzato da una flessione più o meno marcata dalla domanda di vetture da parte dei privati, un segnale che indica con evidenza la necessità di riattivare i consumi. Sono necessarie misure che consentano ai nuclei familiari di avvicinarsi nuovamente all’automobile, avviando così un processo virtuoso che porti ad un generalizzato rinnovo del parco circolante nell’ottica dell’ecologia e della sicurezza”. Davvero un bel desiderio, che cozza frontalmente con le recenti decisioni del Governo Monti che di fatto penalizzano ancor di più il settore, oltre al possesso e l’uso di un’automobile. Ne sono convinti anche i consumatori: “tra gli aumenti spropositati delle polizze RC auto ed i nuovi record raggiunti dai prezzi dei carburanti, i costi per mantenere un’automobile, secondo quanto stimato dall’Osservatorio Nazionale Federconsumatori, rispetto a gennaio 2011, hanno subito un aumento di 521 euro nel caso di un’auto a benzina, e di ben 665 euro per un’auto diesel. Una cifra incredibile che – prosegue Federconsumatori – incide fortemente sul potere di acquisto delle famiglie, duramente compromesso dalla crisi e dai primi effetti delle manovre disposte da questo e dal precedente Governo”. “Siamo indignati, inoltre, – conclude Federconsumatori – dall’incredibile aumento delle entrate per l’Erario determinato dall’incremento della tassazione. Per la benzina nel 2011 vi è stato un aumento di ben +19 centesimi al litro, pari a 2,736 miliardi di euro in termini annui. Per il gasolio, invece, il 2011 è stato un anno di record, con un aumento della tassazione di ben +24 centesimi al litro, che si traducono in maggiori entrate per lo Stato di 7,2 miliardi di euro, che avranno forti ripercussioni anche sul fronte inflazionistico, visto che con il gasolio si trasportano oltre l’80% delle merci e la quasi totalità dei prodotti alimentari”.