Secondo la Cgia con aliquota base all’uno per mille, solo sui capannoni è previsto un aumento di quasi 650 milioni di euro
Secondo un’analisi compiuta dall’Ufficio studi della Cgia di Mestre, la “Tasi” (il nuovo tributo sui servizi indivisibili) costerà alle imprese italiane almeno un miliardo di euro. L’importo, che la Cgia ritiene addirittura sottostimato, è stato calcolato applicando l’aliquota base dell’1 per mille.
«Alla luce delle difficoltà finanziarie in cui versano moltissime amministrazioni comunali – dichiara il segretario degli artigian mestrini Giuseppe Bortolussi – questa situazione costringerà molti sindaci ad applicare un’aliquota sugli immobili strumentali ben superiore a quella base. Di conseguenza, il prelievo che graverà sugli oltre quattro milioni e quattrocentomila unità immobiliari ad uso produttivo sarà sicuramente superiore al miliardo di euro inizialmente stimato dal nostro ufficio studi».
Sempre l’Ufficio studi della Cgia ha elaborato anche una seconda ipotesi utilizzando l’aliquota del 2,07 per mille. Per quale motivo si è deciso di fare una simulazione con questa misura? Sulla base delle decisioni prese venerdì 28 febbraio dalla presidenza del Consiglio dei ministri, l’aliquota massima IMU più “Tasi” sulle abitazioni diverse da quella principale e sugli immobili strumentali potrà arrivare all’11,4 per mille. Se si tiene conto che l’aliquota Imu media applicata a livello nazionale nel 2012 (il dato 2013 non è ancora disponibile) sugli immobili destinati ad uso produttivo è stata del 9,33 per mille, si deduce che l’aliquota “Tasi” del 2,07 per mille costituisce, nel secondo caso, a soglia massima applicabile agli immobili strumentali. Infatti, corrisponde alla differenza tra l’11,4 per mille e il 9,33 mille.
«In questa seconda simulazione – sottolinea Bortolussi – l’aumento potrebbe superare addirittura i due miliardi di euro. E’ chiaro che ci troviamo di fronte ad un caso limite puramente teorico, tuttavia di una cosa siamo certi: il prelievo della “Tasi” su negozi, uffici e capannoni supererà il miliardo di euro».
Secondo la Cgia si evidenzia che la “Tasi” assorbirà la maggiorazione “Tares” pagata nel 2013 (vale a dire lo 0,30 euro al metro quadrato). Secondo le stime elaborate dal ministero dell’Economia, il gettito complessivo della maggiorazione dovrebbe aggirarsi attorno al miliardo di euro. Se si toglie la parte riconducibile agli immobili ad uso abitativo, quella riconducibile agli immobili ad uso produttivo dovrebbe valere qualche centinaia di milioni di euro (secondo alcune indiscrezioni, si stima che il gettito potrebbe oscillare tra i 300 e i 400 milioni di euro) che, pertanto, devono essere sottratti all’aggravio provocato dall’applicazione della “Tasi”.
«E’ indispensabile che il Governo Renzi prenda atto di questa situazione – prosegue Bortolussi – e intervenga subito per modificare gli effetti della “Tasi” sulle attività produttive. Promettere la riduzione dell’Irap, il pagamento di tutti i debiti accumulati in questi anni dalla pubblica amministrazione e l’istituzione di un fondo di garanzia per agevolare l’accesso al credito delle Pmi, va benissimo. Approvare nel primo Consiglio dei ministri un decreto che aggrava ulteriormente il carico fiscale sulle aziende, non va assolutamente bene. Con la “Tasi” all’uno per mille – conclude Bortolussi – l’aggravio sugli immobili accatastati con la lettera D, vale a dire i capannoni, sarà di 649 milioni di euro. Una cifra imponente che rischia di mettere in ginocchio molte attività, soprattutto quelle di piccola dimensione».
Stima del gettito TASI dagli immobili destinati alle attività produttive
Tipologie immobili |
Numero |
Aliquota 1‰ |
Aliquota 2,07‰ |
||
Gettito |
Prelievo medio |
Gettito |
Prelievo medio |
||
Negozi e botteghe (Cat. C1) |
1.939.786 |
188 |
97 |
390 |
201 |
Uffici e studi privati (Cat. A10) |
643.887 |
124 |
192 |
256 |
398 |
Capannoni (Gruppo D) |
1.165.107 |
649 |
557 |
1.344 |
1.153 |
Banche (D5) |
20.786 |
31 |
1.501 |
65 |
3.108 |
Laboratori artigianali (Cat. C3) |
649.740 |
51 |
79 |
106 |
163 |
Totale |
4.419.306 |
1.044 |
2.161 |
Elaborazione Ufficio Studi CGIA
Nota metodologica:
nelle due simulazioni effettuate più sopra sono state prese come riferimento le aliquote Tasi dell’1‰ e del 2,07‰. Perché sono stati prese in considerazione queste due ipotesi ?
L’aliquota dell’1 ‰ corrisponde al valore base della TASI.
Gli ultimi provvedimenti presi dal Governo Renzi prevedono che l’aliquota massima IMU+TASI sulle abitazioni diverse da quella principale e sugli immobili strumentali non potrà superare l’11,4‰.
In virtù del fatto che l’aliquota Imu media applicata a livello nazionale nel 2012 (non è ancora disponibile il dato 2013) sugli immobili destinati ad uso produttivo è stata del 9,33 ‰, si deduce che l’aliquota Tasi del 2,07‰ costituisce, nel nostro secondo caso, il livello massimo applicabile sugli immobili strumentali. Infatti, corrisponde alla differenza tra 11,4‰ e il 9,33‰. I dati di riferimento utilizzati per il calcolo si riferiscono alla consistenza degli immobili al 31 dicembre 2012.
Mestre 1-3-2014