Governo Meloni, prime rogne per l’approvazione del Mes e il caso Garnero Santanché

E Salvini approfitta per mettere in difficoltà Fratelli d’Italia nel tentativo fallace di recuperare consensi in vista delle europee 2024.

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Governo Meloni

Ampiamente finita la luna di miele, per il governo Meloni iniziano le prime rogne, si di carattere politicoche giudiziario ai danni di un proprio esponente di governo.

Quella relativa all’approvazione del Mes, il Meccanismo europeo di stabilità, è forse la più gestibile e l’occasione perMeloni di dimostrarsi anche a livello europeo un leader affidabile e pragmatico, anche a costo di mandare alle ortiche una bella fetta delle promesse fatte nella campagna elettorale delle Politiche 2022 che le hanno consegnato una rotonda vittoria.

Comunque la si giri, nonostante che il leader leghista Matteo Salvini continui a battersi contro, il Mes dall’originale utilizzato in Grecia è tutt’altra cosa e l’Italia, ultimo dei paesi dell’Euroclub a non averlo ancora ratificato, potrebbe farlo a buon diritto, non fosse altro che per attivarsi ed operare il “nuovoMes ha bisognodell’approvazione dell’85% del capitale versato. Di fatto, solo tre stati detengono quella che in gergo si chiama la “minoranza di blocco”, ovvero una quota di capitale superiore al 15% del Mes, capace di bloccare ogni decisione. E, oltre a Francia Germania, c’è pure l’Italia.

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Come ha evidenziato anche il capo di gabinetto del ministero dell’Economia e Finanze retto dal leghista Giancarlo Giorgetti – che pare giocare sulla sponda opposta dell’intransigente Salvini – l’approvazione anche da parte dell’Italia del Mes si può fare senza problemi, anche alla luce del fatto che esso costituisce una garanzia indirettasull’affidabilità del debito pubblico italiano, specie ora che la Banca centrale europea ha smesso di acquistare titoli pubblici e che l’Italia nel solo 2023 deve rinnovare oltre 700 dei 2.800 miliardi del proprio debito pubblico.

L’altra rogna politica per il governo Meloni è costituita dall’inchiesta dei magistrati di Milano sul fallimento di Visibilia Editore, una delle società della galassia economica dell’attuale ministro al Turismo, Daniela Garnero Santanché, che rischia grosso per il falso in bilancio e la probabile appropriazione indebita di fondi pubblici.

Se è normale che da parte delle opposizioni si chieda al ministro di fare chiarezza, magari pure dimettendosi dal suo ruolo di governo, stride un pochino che alle richieste delle opposizioni ci si sia aggiunta pure la Lega di Salvini, cogliendo l’occasione per mettere in difficoltà il premier nel tentativo di risalire la china dei consensi e cercare una posizione di maggior forza in vista delle elezioni europee del giugno 2024.

Un giochino che Salvini deve maneggiare con molta cautela, perché rischia di rimanere con un pugno di mosche in mano, visto che Meloni ha già detto di non temere le elezioni anticipate nel caso di problemi all’interno della sua maggioranza. E nel caso di una crisi siffatta, chi ha tutto da guadagnare è proprio Meloni, mentre Salvini rischia di finire anzitempo ai giardinetti.

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