L’Italia va nonostante tutto e l’Istat rivede al rialzo le stime sulla crescita del Pil 2023 prevedendo un aumentodell’1,2%, contro lo 0,4% inizialmente stimato e nel 2024 dell’1,1%.
Nel Report “Prospettive per l’economia italiana nel 2023-2024”, l’Istituto nazionale di statistica segnala un rallentamento dopo il primo trimestre con la decelerazione degli scambi con l’estero, l’incertezza sulla guerrain Ucraina ma anche «l’ulteriore fattore di rischio» che potrebbe venire dalle conseguenze economiche, soprattutto sul settore agricolo, dell’alluvione in Emilia Romagna.
Il ministro dell’Economia prima dell’uscita delle previsioni aveva ipotizzato per il 2023 una crescita tra l’1,2% e l’1,4%, superiore a quella inserita nelle previsioni di bilancio (1%). «Manterremo – aveva detto il ministro Giancarlo Giorgetti – la capacità di stupire».
L’Italia va e il primo trimestre è stato positivo per l’economia nazionale con un avanzamento del Pil dello 0,6%sul trimestre precedente, grazie al buon andamento della domanda interna, e una crescita acquisita del Pil 2023dello 0,9%.
«I segnali per i prossimi mesi suggeriscono, nonostante l’avvio particolarmente positivo – scrive l’Istat – un rallentamento dell’attività economica nel prosieguo dell’anno». Pesa l’incertezza legata alla guerra, la frenata di partner commerciali importanti come Germania – in recessione – e Usa e i rischi collegati all’alluvione mentre gli effetti delle politiche monetarie restrittive sulla domanda interna e il venir meno della spinta degli incentiviall’edilizia saranno, secondo l’istituto, «parzialmente controbilanciati dagli effetti dell’attuazione delle misure previste dal Pnrr e del rallentamento dell’inflazione. Ci si attende nei prossimi mesi un miglioramento nel mercato del lavoro, una crescita dei consumi e il rallentamento dell’inflazione».
Si prevede che i consumi delle famiglie residenti e delle Isp (istituzioni sociali private al servizio delle famiglie) segnino, in linea con l’andamento dell’attività economica, un aumento nel 2023 dello 0,5% che si rafforzerà l’anno successivo (+1,1%), «grazie all’ulteriore riduzione dell’inflazione associata a un graduale recupero delle retribuzioni e al miglioramento del mercato del lavoro». Le Ula (unità lavorative per anno) dovrebbero cresceredell’1,2% nel 2023 e dell’1% nel 2024 mentre il tasso di disoccupazione dovrebbe attestarsi al 7,9% quest’anno per poi scendere al 7,7% nel 2024.
Gli investimenti manterranno ritmi di crescita elevati, rispetto alle altre componenti con un aumento del 3% nel 2023 e del 2% nel 2024, in decelerazione rispetto al biennio precedente.
I consumatori del Codacons hanno invece bollato come troppo ottimiste le previsioni dell’Istat a fronte di famiglie che dovranno contrarre i consumi per fronteggiare la ripresa dei prezzi che potrebbe esserci in autunnosul fronte dell’energia.
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