Attorno alla “pussy” ruota il mondo intero: da quel “L’origine du monde” di Gustave Coubert gelosamente custodito al Museo d’Orsay a Parigi, alla mitica criminale Pussy Galore di “Missione Goldfinger” nella saga di 007 James Bond, per finire, oggi, con la pussy di Elly Schleyn.
A scanso di equivoci, il termine inglese “pussy” sta ad indicare in linguaggio popolare la vulva femminile, quella comunemente appellata come “figa”, “bernarda”, ecc., e proprio dalle sue parte basse la segretaria del Pd, tra un’armocromia e l’altra, sbraca anzi, smutanda (sempre ammesso che le porti) affermando aulicamente alla presentazione del suo libro “La nostra parte” nel quale illustra la propria linea politica, «La mia pussy si riprende la libertà», traduzione dalla sua citazione inglese “My pussy grabs back”, slogan a sua volta mutato da un manifesto contro il patriarcato alla “Woman’s March” del 2017.
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Insomma, la sinistra è passata da un più alto e condivisibile, specie ora con il conflitto russo-ucraino in corso “Peace and Love” sessantottino, prima, ad un obamiano “Yes, we can”, poi, per finire a ravanare nelle parti basse con la pussy di Elly. Sia chiaro, anche il clitoride ha le sue necessità, nessuno lo nega. Ma di qui a farne un programma di spessore politico del maggiore partito dell’opposizione italiana ce ne corre.
Per la cittadina svizzero-italiana paracadutata forse a sua insaputa alla guida del maggiore (ancora per poco) partito della sinistra, battendo candidature ben più autorevoli e sperimentate di lei, a partire da quella del suo diretto competitor Stefano Bonaccini – che ancora non è lecito capire come abbia potuto averla come sua vicepresidente della regione Emilia Romagna -, una Schlein che da responsabile della mitigazione dei cambiamenti climatici nella regione storicamente amministrata dal Pd è riuscita a non spendere oltre 55 milionidei 72 circa messi a disposizione del governo nazionale per le opere di mitigazione e sicurezza dei corsi d’acqua regionali, diventando forse una delle responsabili – almeno a livello politico – dei disastri causati dalle alluvioni che hanno colpito l’Emilia Romagna e messo a rischio una bella fetta della produzione ortofrutticolaitaliana per i prossimi anni, ha toccato il fondo.
Se poi ci si mettono anche gli sfottò dei murales come quello sorto sui muri di Bologna dove la si vede impegnata da uno sciuscià a farsi pulire le scarpe mentre regge in mano una copia della modaiola Vogue e sulla spalla una borsa griffata con in testa un basco in puro stile Che Guevara, la misura è colma e forse ha pure tracimato.
Meglio, molto meglio che Elly si dedichi alla cura intensiva della sua pussy, lasciando la guida del fu partitone rosso a qualcuno meno imbevuto di precetti LGBTQIA+ e con molte meno fette di mortadella sugli occhi, anche a costo di sbagliare gli abbinamenti cromatici nell’abbigliamento. Meglio uno che all’apparenza valorizzi la sostanza delle proposte politiche che interessano alla gente e al mondo del lavoro, piuttosto che del vuoto spinto che Elly ha dimostrato di possedere.
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00:00 introduzione
00:50 il sottovuoto spinto di Elly Schlein
02:30 la sinistra passa da “peace and love” a “My pussy grabs back”
03:00 Schlein paracadutata a sua insaputa alla guida del Pd
05:00 il murales su Elly Schlein sui muri di Bologna
06:00 Schlein si dedichi intensamente alla cura della sua pussy piuttosto che al Pd